Nel 1953, Dräger inventò le fiale Alcotest che furono poi utilizzate dalle Forze dell’Ordine per rilevare, per la prima volta, la presenza di alcool nell’aria alveolare.
Le fiale Alcotest hanno subito un’evoluzione nel corso degli anni fino a trasformarsi in dispositivi all’avanguardia che determinano precisamente se il guidatore ha assunto alcool
Da oltre 25 anni in molti Paesi la rilevazione dell’alcool nell’aria espirata è riconosciuta anche dalla legge
Dräger, azienda leader nella tecnologia medicale e nelle soluzioni safety, celebra quest’anno un anniversario speciale: nel corso di un evento aziendale, nei primi anni 50, alcuni sviluppatori ebbero l’idea di rilevare l’alcool nell’aria alveolare, mescolando acido solforico e bicromato di potassio giallo in un tubo di misurazione. Quando la miscela entrò in contatto con l’etanolo contenuto nell’alcool, divenne verde.
Nacquero così le famose fiale Alcotest che Dräger lanciò sul mercato nel 1953. Da allora, l’azienda ha prodotto oltre 30 milioni di fiale e oltre 750 mila degli attuali rilevatori alcotest all’avanguardia per lo screening dell’alcool nell’espirato. Questi dispositivi sono stati utilizzati dalle forze dell’ordine e da molte aziende nel mondo a partire dalla fine degli anni 80.
“Negli ultimi 70 anni, ha dichiarato Mirco Spitzbart, Business Devolopment Manager Dräger per i dispositivi di rilevazione alcool e droghe, i sistemi di misurazione dell’alcool nell’espirato hanno subito profonde trasformazioni, dal cambio di colore per reazione chimica con una scala leggibile nelle fiale, fino agli odierni dispositivi Alcotest, digitali ed estremamente precisi”.
A partire dagli anni ’90, i risultati dell’etilometro sono diventati anche validi come prova, nei tribunali di molti paesi, per reati amministrativi mentre, in precedenza, era necessario effettuare esami del sangue. “Questo, aggiunge Spitzbart, ha reso molto più semplice il lavoro quotidiano della polizia: con un semplice campione di alito è possible stabilire immediatamente se la patente sarà ritirata o meno”. L’Alcotest Dräger 9510 è ora utilizzato con validità probatoria in molti paesi del mondo.
I dispositivi Interlock impediscono la guida in stato di ebbrezza
Negli anni ’90, basandosi sulla tecnologia utilizzata dalla polizia, Dräger ha sviluppato Interlock, un dispositivo di blocco che può essere installato nei veicoli, basato sulla rilevazione dell’alcool nell’espirato. Questi strumenti Interlock sono collegati all’accensione del veicolo e richiedono al conducente di fornire un campione di alito prima di avviare il motore. Se viene rilevata la presenza di alcool, il veicolo non parte. I dispositivi Dräger Interlock sono stati già adottati in Australia, Francia e nei Paesi scandinavi, a volte come parte di programmi sulla prevenzione della guida in stato di ebbrezza obbligatori per legge, ma sempre più spesso anche nel trasporto passeggeri e merci. Ad oggi Dräger ha prodotto oltre 500 mila dispositivi Interlock.
La sicurezza sul lavoro rappresenta un aspetto di fondamentale importanza per tutelare la salute dei lavoratori e prevenire gravi incidenti, il più delle volte fatali. In questo contesto, l'utilizzo delle scale a pioli costituisce una delle attività più rischiose, pertanto è cruciale conoscere le normative e le regole per un utilizzo consapevole e sicuro.
È importante sottolineare che la maggior parte dei lavoratori che utilizzano scale portatili non è a conoscenza delle regole e delle procedure per un corretto utilizzo in sicurezza. La loro ignoranza inconsapevole deriva principalmente da una formazione insufficiente e non adeguata.
In Italia, l'articolo 70 del decreto legislativo 81/2008 stabilisce che il datore di lavoro deve fornire ai lavoratori attrezzature adeguate al tipo di lavoro svolto e, in particolare, indica che le attrezzature di lavoro fornite devono essere conformi alle norme di sicurezza vigenti. Anche l'articolo 71, comma 1, ribadisce che il datore di lavoro mette a disposizione dei lavoratori attrezzature conformi ai requisiti di cui all'articolo precedente, idonee alla salute e alla sicurezza, e adatte al lavoro da svolgere e adattate a tale scopo, che devono essere utilizzate in conformità alle disposizioni legislative che recepiscono le direttive comunitarie.
Per quanto riguarda le disposizioni legislative che recepiscono le direttive comunitarie, la sicurezza delle scale portatili è regolamentata dalla norma UNI EN 131. Questa norma comprende diverse parti che trattano termini, tipologie, dimensioni funzionali, requisiti, prove, marcatura, istruzioni per l'utilizzo e scale trasformabili multi-posizione con cerniere, scale telescopiche e scale mobili con piattaforma. Inoltre, sono disponibili linee guida dell'ISPESL e dell'INAIL per la scelta, l'utilizzo e la manutenzione delle scale portatili.
La norma UNI EN 131 riguarda specificamente le scale a pioli e stabilisce i requisiti di sicurezza per un corretto utilizzo in sicurezza. Alcuni dei requisiti di sicurezza previsti da questa norma includono la resistenza strutturale delle scale a pioli, la sicurezza dei pioli realizzati in materiale resistente come l'acciaio e fissati saldamente alla struttura della scala, le dimensioni e la spaziatura dei pioli per garantire una salita e una discesa sicure, la stabilità delle scale a pioli durante l'uso attraverso l'uso di piedini antiscivolo e dispositivi di bloccaggio per prevenire lo spostamento accidentale della scala, e l'etichettatura chiara e visibile delle scale a pioli con informazioni sul produttore, il tipo di scala e le eventuali limitazioni di utilizzo.
È importante notare che la norma UNI EN 131 è stata aggiornata nel 2019, quindi è consigliabile consultare la versione più recente della norma per conoscere tutti i requisiti di sicurezza aggiornati.
Infine, è fondamentale utilizzare le scale a pioli in modo sicuro per i lavori in quota. Le scale a pioli possono essere utilizzate in modo sicuro seguendo le procedure corrette e prendendo tutte le precauzioni necessarie per garantire la sicurezza dei lavoratori.
Fonte: NotiziarioSicurezza.it
Il 21 luglio 2023 è stato pubblicato un nuovo Avviso relativo al finanziamento di impianti fotovoltaici da installare su edifici a uso produttivo nei settori agricolo, zootecnico e agroindustriale, utilizzando le risorse residue della misura PNRR M2C1 I 2.2 "Parco Agrisolare". Le risorse disponibili ammontano a circa 1 miliardo di euro. Tra le principali novità del nuovo bando ci sono l'incremento dell'intensità di aiuto massima concedibile per le imprese della produzione agricola primaria e dellatrasformazione agricolo in agricolo fino all'80%, l'introduzione della nuova fattispecie di autoconsumo condiviso, la partecipazione di imprese in forma aggregata, la possibilità di realizzare impianti fotovoltaici sui tetti dei fabbricati agricoli con potenza fino ad un, il raddoppio della spesa massima ammissibile per sistemi di accumulo fino a 100.000 euro, il raddoppio della spesa massima ammissibile per dispositivi di ricarica fino a 30.000 euro e la spesa massima per beneficiario pari ad 2.330.000 euro. Le domande dovranno essere presentate tramite la Piattaforma informatica predisposta dal Soggetto attuatore GSE, accessibile dall'Area Clienti GSE dal 12 settembre 2023 alle ore 12:00:00 fino al 12 ottobre 2023 alle ore 12:00:00. All'Avviso sono allegati i seguenti documenti: "Regolamento Operativo", "Codici ATECO Agrisolare", "Allegati TFUE" e "Simulatore analisi controfattualità grandi imprese".
Gli interventi finanziabili dal Parco Agrisolare sono:
Ecco alcuni esempi di punti finanziabili dal Parco Agrisolare:
Il Parco Agrisolare è un'importante opportunità per le aziende agricole per ridurre i consumi di energia elettrica e aumentare la produzione di energia solare.
Discussione problematiche sui cantieri temporanei e mobili
L’Ordine degli Architetti della provincia di Napoli in collaborazione con la Commissione Sicurezza dell’Ordine, ha organizzato per il giorno 8 febbraio 2021 un webinar di aggiornamento professionale riguardante le problematiche e le criticità che da anni rendono complessa l’attuazione e la gestione della sicurezza nei cantieri temporanei e mobili, resa oggi ancor più difficile dalle problematiche connesse all’attuazione delle procedure finalizzate al contenimento della pandemia indotta dal coronavirus.
Il Webinar avrà inizio lunedì 8 febbraio alle ore 17.00 e si articolerà nel seguente programma:
Saluti
arch. Leonardo Di Mauro
Presidente Ordine degli Architetti di Napoli e Provincia
arch. Paolo Coscia
Presidente Architetti Napoli Calcio
Art Director Calendario ANC 2021
Modera
arch. Concetta Marrazzo
Consigliere Ordine Architetti di Napoli e Provincia
Tematiche e Relatori
“Il ruolo del CSE alla luce delle ultime sentenze”
arch. Antonio D’Avanzo
Coordinatore Commissione Sicurezza Ordine Architetti di Napoli e provincia
“Attuazione delle procedure Covid nei Cantieri”
arch. Ernesto Ortega De Luna
Docente a contratto in materia di sicurezza presso il Centro di Ricerca Interdipartimentale L.U.P.T.-Napoli
“Conclusioni”
arch. Antonio Cerbone
Consigliere Ordine Architetti di Napoli e Provincia
Ai partecipanti vi sarà il riconoscimento di 3 CFP, valido anche i fini dell’aggiornamento previsto dal D. lgs. 81/2008
Per partecipare clicca qui
La sicurezza in quota è un argomento molto dibattuto, sopratutto per il ricco mondo normativo che lo circonda.
Il D.Lgs. 81/2008 e ss.mm.ii. ha introdotto su tutto il territorio nazionale l’obbligo di prevedere l’installazione di protezioni collettive o individuali laddove esista un rischio di caduta dall’alto. Diverse regioni hanno scelto di integrare la legge nazionale, già vincolante indipendentemente da tali rafforzativi regionali, approfondendone gli aspetti pratici (accessi, percorsi ecc.) o imponendo l’installazione di linee vita durante i lavori di ristrutturazioni e sugli edifici di nuova costruzione. Ciò al fine di garantire la sicurezza ad ogni operatore che acceda, transiti ed operi in copertura per le future manutenzioni.
Anche il condominio è interessato da obblighi e responsabilità disciplinate dal Testo Unico sulla Sicurezza, che coinvolgono in prima persona gli amministratori.
In ogni occasione in cui vengano attuate manutenzioni ordinarie o straordinarie in un condominio, l’amministratore è infatti il diretto responsabile per la sicurezza degli addetti ai lavori.
Come disciplinato dagli articoli 15 e 90 del D.Lgs. 81/2008 e ss.mm.ii., il datore di lavoro, e in questo caso l’amministratore, ha il dovere di prevedere adeguate misure di protezione in caso di accesso alla copertura ed è il diretto responsabile in caso di incidente dovuto a caduta dall’alto nei casi in cui non siano state previste misure di protezione collettive o individuali (artt. 111 e 115 D. Lgs. 81/2008).
I sistemi anticaduta sono la misura di prevenzione e protezione per rendere sicuri in ogni momento accesso, transito ed esecuzione dei lavori sul tetti e garantiscono una tutela per i lavoratori e i committenti.
Per info e chiarimenti tel. 3777056678
Federarchitetti, in occasione della UNDICESIMA GIORNATA NAZIONALE PER LA SICUREZZA NEI CANTIERI, promuove la SESTA Edizione del concorso fotografico “SICUREZZA NEI CANTIERI” che quest’anno ha per tema GESTIONE DEL LAVORATORE, ovvero quello di evidenziare che non ci può essere un miglioramento della sicurezza nei cantieri se l’imprenditore non coinvolge il lavoratore, attraverso una formazione mirata e l’uso delle moderne tecnologie che controllano l’intero processo produttivo. Il concorso è promosso nell’interesse della collettività in quanto ha l’obiettivo di dare evidenza alla molteplicità dei rischi presenti nei cantieri, al fine di sensibilizzare gli addetti ai lavori (tecnici, imprese e maestranze) e l’opinione pubblica, e tra essi i potenziali committenti di lavori edili, alla cultura della sicurezza, perché essa diventi un patrimonio condiviso in ambito Nazionale e locale e possa essere considerato un prodotto di eccellenza. Il tema del concorso è articolato in un’unica sezione nella quale il concorrente, attraverso scatti fotografici comunque attinenti il cantiere edile, documenti con immagini significative, i principali rischi, o esempi di buona prassi, o la vita dell’operaio in cantiere.
Per info: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. – tel. 0824.1920027
Scarica il Bando_concorso
E’ questa la posizione dell’OICE, l’Associazione delle società di ingegneria e architettura aderente a Confindustria, in relazione alla prossima emanazione delle linee guida per la valutazione dei pont in esercizio del MIT, che potrebbe costringere a demolire e ricostruire in 5 anni migliaia di ponti e viadotti.
Ad avviso di Giorgio Lupoi, Consigliere OICE incaricato della normativa tecnica e sismica “le linee guida in fase di redazione sono uno strumento importante e necessario per fornire indicazioni chiare e dettagliate per colmare la lacuna della ultima revisione delle norme tecniche (NTC2018) dove non erano state differenziate le metodologie da applicare per le verifiche di sicurezza per le azioni “non sismiche” delle costruzioni esistenti rispetto a quelle previste per le azioni sismiche. Inoltre, le NTC2018 erano incentrate sugli edifici tralasciando i ponti”.
Per Gabriele Scicolone, Presidente OICE “Il tema della sicurezza dei ponti è oramai all’ordine del giorno e dell’informazione nel nostro Paese. Nel plaudire al lavoro svolto dal CSLLPP segnaliamo però che la formulazione attuale non fornisce indirizzi operativi chiari e dettagliati che possano garantire l’operato di società e professionisti operanti nel settore”.
“Ciò che più ci preoccupa”, continua Giorgio Lupoi, “è che si potrebbero produrre limitazioni significative a migliaia di ponti e viadotticon luci minori di 30m con la necessità di provvedere alla sostituzione in soli 5 anni”.
Andrea Mascolini
Direttore Generale
OICE
Associazione delle organizzazioni di ingegneria,
di architettura e di consulenza tecnico-economica
Via Flaminia, 388
00196 Roma
tel: 06/80687248
mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
web: www.oice.it
Il Regolamento Attuativo n. 9 del 4 ottobre 2019 di cui alla Legge Regione Campania n. 31 del 20 novembre 2017 pubblicato sul BURC n. 58 del 7 ottobre 2019, concernente disposizioni in materia di prevenzione dei rischi contro la caduta dall’alto, rende definitivamente obbligatorio l’Elaborato Tecnico della Copertura (ETC). L’elaborato tecnico della copertura è un documento che deve essere allegato a qualsiasi pratica edilizia, SCIA, CILA o P.di C. in cui si prevedono lavori in copertura che espongono i lavoratori al rischio di caduta dall’alto, nonché parte integrante del fascicolo dell’opera allegato al PSC, da redigere ai sensi dell’art.91 del D. Lgs. 81/2008 smi . Questo elaborato che dovrà essere predisposto dal progettista o dal coordinatore per la sicurezza in fase di progettazione, si rende necessario ogni qualvolta si prevede un intervento di manutenzione ordinaria o straordinaria che interessi almeno il 50% della superficie complessiva d’intervento di almeno 200 mq, l’installazione di impianti tecnici, telematici e fotovoltaici oltre ad interventi di ristrutturazione e ricostruzione edilizia comportanti modifiche alle strutture delle coperture, nonché la costruzione di nuovi edifici.
L’ E.T.C. di cui all’art. 5 del regolamento attuativo, consiste nella progettazione di un sistema di ancoraggio (linea vita) da realizzare nel rispetto delle norme UNI EN 795 nonché UNI EN 11578 riguardante il calcolo strutturale da affidare ad un tecnico abilitato all’esercizio della professione con laurea magistrale. L’impresa esecutrice che eseguirà i lavori di messa in opera, dovrà essere abilitata al montaggio di sistemi di ancoraggio UNI EN 795 ed alla fine dei lavori avrà l’obbligo di rilasciare la certificazione di corretto montaggio anche a seguito di un eventuale collaudo che riguarderà sia la tenuta della linea vita che il sistema di fissaggio dei singoli ancoraggi (UNI EN 795 Tipo A).
L’assenza o l’incompletezza dell’Elaborato Tecnico della Copertura può determinare:
Regolamento ATTUATIVO Regione Campania
LA SICUREZZA SOPRATTUTTO
L’obbligo dell’Elaborato Tecnico della Copertura (ETC) di cui al Regolamento Attuativo della Legge n. 31 del 20/11/2017 contro le cadute dall’alto nel settore edile.
Ai partecipanti saranno riconosciuti n. 4 crediti formativi per l’aggiornamento di CSP/CSE – RSPP e RSPP art. 34 oltre ai CFP per la formazione continua degli architetti su IMATERIA.
Per ricevere l’attestato a fine seminario occorre registrarsi qui:
Registrati per ricevere gratuitamente l’attestato
PROGRAMMA
14.30 : Registrazione Partecipanti
SALUTI ISTITUZIONALI
Gaetano Minieri: Sindaco di Nola
Gianluca Meo: Segretario Ordine Architetti PPC di Napoli e provincia
Tommaso Cerciello: Presidente Confederazione Nazionale PMI ITALIA
MODERA
Concetta Marrazzo: Consigliera Ordine Architetti PPC di Napoli e provincia
RELATORI
Antonio D’Avanzo: Coordinatore Commissione Sicurezza Ordine Architetti PPC di Napoli
Piero Morandi: Amministratore SICURPAL srl e Responsabile formativo SICURFORM srl
CONCLUSIONI
Antonio Ciniglio: Consigliere Ordine Architetti PPC di Napoli e provincia
La nuova guida sarà in carica fino al 2023, Esposito: “lavoreremo in continuità con il precedente consiglio per valorizzare il ruolo e la figura del perito industriale. Fondamentale la sinergia con le altre professioni tecniche”
Cambio al vertice del Consiglio nazionale dei periti industriali e dei periti industriali laureati: Giovanni Esposito (Napoli) è il nuovo presidente in carica fino al 2023. Esposito sarà affiancato da Sergio Comisso nel ruolo di vicepresidente (Udine) e da Antonio Daniele Barattin (Belluno) in qualità di consigliere segretario.
Gli altri componenti del Consiglio nazionale restano: Carlo Alberto Bertelli (Modena), Stefano Colantoni (Latina), Claudio Guasco (Cuneo), Alessandro Maffucci (Pistoia), Vanore Orlandotti (Cremona), Guido Panni (Milano), Antonio Perra (Cagliari).
Giovanni Esposito, perito industriale diplomato con specializzazione in informatica e laureato triennale in edilizia, nato 58 anni fa a Napoli, è iscritto all’albo di categoria dal 1981. Libero professionista, con un ruolo attivo nella categoria sin dal 2004, anno a partire dal quale è entrato nella dirigenza dell’ordine dei periti industriali di Napoli come vicepresidente per due mandati consecutivi. Dal 2008, arriva poi l’elezione al Consiglio nazionale, dove ha assunto la carica di consigliere e poi di consigliere segretario fino al 2018. Poi la nuova conferma nell’attuale consiglio nazionale.
“Vado a rappresentare circa 40 mila periti industriali iscritti in tutt’Italia e lavorerò per ognuno di loro, con un unico grande obiettivo: valorizzare il ruolo e la figura del perito industriale in tutte le sue specializzazioni e peculiarità che rendono questa professione unica nel suo genere. L’elevazione del titolo di studio, come sancito dal congresso del 2014 dovrà essere il traino verso un percorso che torni a diventare attrattivo per i giovani. Uno dei nostri compiti principali sarà, infatti, quello di mettere in campo idee, strategie e progetti per presidiare al meglio le nuove aree di lavoro e identificare quali spazi di mercato potranno essere più interessanti per la professione. Sarà poi fondamentale proseguire il lavoro avviato all’interno della Rete delle professioni tecniche per portare a compimento quel processo di riforma indispensabile per il futuro del tecnico di primo livello. Ma tutto questo percorso non potrà prescindere da un rapporto sempre vivo e diretto con il territorio: la necessità di interfacciarsi con i territori, ascoltandone le istanze creando un rapporto costruttivo con il Consiglio Nazionale è un tema particolarmente vivo e sentito.
Dunque molti gli obiettivi che questo rinnovato Consiglio intenderà proporre, con un principio guida: lavorare nel segno della continuità, perché tutto quello che è stato realizzato fino ad ora rappresenta un punto da cui ripartire per sviluppare nuove idee su basi ancora più solide per portare la categoria a continuare a crescere e a rappresentare un polo tecnico d’eccellenza per il sistema paese. Lavoreremo tutti insieme per puntare verso quel domani che ci vuole ancora protagonisti per la crescita del Paese”.