Primi 11 mesi del codice: progettazione a + 37,3% in numero e +64% in valore.
Marzo in forte recupero: servizi di sola progettazione a +28,6%
Come già anticipato ad inizio di marzo, negli undici mesi dall’entrata in vigore del Codice appalti il mercato della progettazione è in netta crescita rispetto ai mesi dello stesso periodo precedente: +37,3% in numero e +64,0% in valore. In termini assoluti nei mesi post decreto 50/2016, da maggio 2016 a marzo 2017, si sono raggiunti i 365 milioni di euro contro i 223 milioni di euro degli stessi mesi 2015 – 2016, un dato comunque ridottissimo rispetto agli altri paesi europei (l'Italia vale solo il 2,9% del mercato europeo).
Secondo l’Osservatorio OICE/Informatel le gare per servizi di sola progettazione pubblicate nel primo trimestre 2017 sono state 803, per un valore di 92,4 milioni di euro; nel confronto con il primo trimestre 2016 il numero cresce del 39,2% e il valore dell’82,6%. Le gare di servizi per sola progettazione rilevate nel mese sono state 335 (di cui 42 sopra soglia) per un importo di 34,2 milioni di euro, rispetto al mese di marzo 2016 crescono del 108,1% in numero e del 28,6% in valore.
Le gare rilevate nel solo mese di marzo sono state 549 con un importo complessivo di 84,1 milioni di euro, rispetto a marzo 2016 il numero dei bandi cresce dell’86,1% e il loro valore del 34,1%.
“I dati del primo trimestre confermano la soddisfazione espressa nei mesi scorsi - ha dichiarato Gabriele Scicolone, Presidente OICE - al leggero miglioramento della situazione economica generale si è sommato l’effetto di modifiche legislative che stanno liberando il mercato da zavorre e lacci che lo hanno frenato negli ultimi anni, ridonando il giusto posto alla progettazione e quindi alla qualità ed alla certezza del realizzato. Occorre adesso fare molta attenzione a non fare passi indietro. Ci preoccupano alcuni passaggi del parere del Consiglio di Stato sul decreto correttivo del Codice, che fa riferimento ad un immotivato ritorno ai minimi inderogabili, così come il riferimento compiuto dai giudici alla necessità di ripristinare la priorità alla progettazione svolta all'interno della Pubblica Amministrazione, forse nella speranza di ridare ai tecnici interni quel 2% di incentivo sulla progettazione che saggiamente il legislatore ha abrogato, dopo 15 anni di richieste fatte dall'OICE in solitaria. Sono, questi, segnali di una pericolosa marcia indietro che, per le nostre materie, significherebbe anche non prendere atto che i cambiamenti tecnologici nella prestazione di servizi di ingegneria e architettura rendono antieconomico e obsoleto non soltanto progettare, ma anche dirigere i lavori senza la dovuta preparazione ed aggiornamento. Di questo – ha continuato Gabriele Scicolone – dà atto, ad esempio, l'ANAC chiedendo ai RUP di assumere la qualifica di “project manager”, un obiettivo ambizioso ma lungimirante da perseguire attraverso anni di formazione di un apparato tecnico demotivato e non aggiornato che, nelle more, potrebbe giovarsi del supporto di project manager esterni da cui acquisire know how ed esperienza. Anche per questo la strada della terziarizzazione dei servizi, a soggetti selezionati attraverso requisiti coerenti e adeguati, è quella obbligata, in grado anche di creare occupazione nel settore delle professioni tecniche tanto provato da tanti anni di crisi. Semmai si dovrebbe chiedere ai tecnici interni alla P.A. di dimostrare la stessa esperienza richiesta a chi opera sul mercato, per garantire qualità e sicurezza nell'interesse dell'utenza finale e quindi dei cittadini. Stiamo chiedendo quindi al Governo - ha concluso il Presidente OICE - di tenere ferme le scelte fondamentali fatte con il Codice 50/2016 neanche un anno fa e che sono pericolosamente, ed a nostro avviso troppo frettolosamente messe in discussione; a partire dall'obbligo di applicare il decreto parametri, punto di partenza necessario per gare di qualità già adesso provate da ribassi sempre alti, e dall'obbligo di affidare lavori sulla base del progetto esecutivo senza passi indietro sull’appalto integrato. Vorremmo vedere, in sintesi, il coraggio di mantenere la “barra a dritta” sulle forti scelte che il legislatore ha fatto solo un anno addietro."
Nel primo trimestre 2017 per tutto il mercato dei servizi di ingegneria e architettura sono state bandite 1.386 gare per un importo complessivo di 194,7 milioni di euro che, confrontati con il primo trimestre 2016, mostrano un aumento del 38,7% nel numero (+74,2% sopra soglia e +35,1% sotto soglia) e un calo dell’1,0% nel valore (-8,7% sopra soglia e +41,0% sotto soglia), anche se va considerato che, nel mese di febbraio 2016, era uscito un maxibando da 60,4 milioni di RFI spa, per 29 gare per servizi di assistenza; al netto di questo maxi bando nel primo trimestre 2017 avremo non un calo, ma un incremento in valore del 42,9% sul 2016.
Dobbiamo registrare che sono sempre molto alti i ribassi con cui le gare vengono aggiudicate. In base ai dati raccolti fino a marzo il ribasso medio sul prezzo a base d'asta per le gare indette nel 2015 è al 39,9%, le notizie che riguardano le gare pubblicate nel 2016 ci danno un ribasso che arriva al 40,6%.
Le gare italiane pubblicate sulla gazzetta comunitaria sono passate dalle 93 unità del primo trimestre del 2016, alle 162 del trimestre appena trascorso, con una crescita del 74,2%. Nell’insieme dei paesi dell’Unione Europea il numero dei bandi presenta, nello stesso periodo, una crescita del 19,2%. Nonostante questo, l’incidenza del nostro Paese continua ad attestarsi su un modesto 2,9%, un dato di gran lunga inferiore rispetto a quello di paesi di paragonabile rilevanza economica: Francia 30,4%, Germania 20,4%, Polonia 10,5%, Svezia 4,9%.
Nel primo trimestre 2017 l’andamento delle gare miste, cioè di progettazione e costruzione insieme (appalti integrati, project financing, concessioni di realizzazione e gestione) ha raggiunto i 3,0 miliardi di euro. Gli appalti integrati da soli mostrano, rispetto al primo trimestre 2016, cali del 88,8% in numero e del 79,8% in valore.
Andrea Mascolini
Direttore OICE
L’OICE, l'Associazione delle società di ingegneria e di architettura aderente a Confindustria, al fine di facilitare l’operato delle stazioni appaltanti e per offrire agli operatori del settore un supporto operativo utilizzabile nei rapporti con la committenza, ha messo a disposizione sul proprio sito (www.oice.it) un format che consente ai committenti di attestare lo svolgimento di servizi di ingegneria e architettura. Il format potrà essere utilizzato indipendentemente dal periodo in cui i servizi sono stati svolti e, quindi, dalla denominazione attribuita, in base alla tariffa professionale vigente al momento dell’affidamento e delle svolgimento (art. 14 della legge 143/1949 o tavola Z-1 del d.m. 143/2013), alla destinazione funzionale dei lavori cui si riferiscono i servizi. Tale modello può essere utile anche alla “conversione” di precedenti attestati predisposti soltanto sulla base delle classi e categorie di cui all’articolo 14 della legge 143/49.
L’attestazione dello svolgimento di servizi di ingegneria e architettura rappresenta un elemento di particolare importanza all’interno dei mezzi di prova del possesso dei requisiti necessari per la partecipazione alle procedure di affidamento di servizi di ingegneria e architettura, così come oggi vengono richiesti in base all’articolo 263 del dpr 207/2010.
Il modello è stato preparato in base alla normativa vigente (codice dei contratti pubblici e regolamento attuativo) e riguarda tutte le prestazioni di servizi di ingegneria e architettura come classificate nella tavola Z-2 del d.m. 143/2013 e, per la fase di progettazione, prevede anche un’apposita voce per il ruolo che il “giovane professionista” (con meno di cinque anni di abilitazione professionale) ha assunto nell’ambito di un raggruppamento di progettisti ai sensi di quanto previsto dagli articoli 90, comma 7 del codice e 253, comma 5 del vigente regolamento.
In prospettiva dell’evoluzione della normativa e, quindi, dell’emanazione del decreto delegato di attuazione della legge 11/2016 (delega per la riforma del codice appalti e per il recepimento delle direttive europee), si sottolinea l’importanza per tutti gli operatori economici che acquisiscono servizi di ingegneria e architettura (nel settore pubblico e privato, in Italia e all’estero) di avere aggiornata al d.m. 143/2013 tutta le certificazione dei servizi svolti, ancorché il suddetto decreto ministeriale preveda nella tavola Z-1 le corrispondenze fra ID.Opere del decreto e le classi e categoria dell’art. 14 della legge 143/49.
Non sono infrequenti infatti i casi in cui siano messe in discussione le corrispondenze fra le vecchie e le nuove classificazioni.
In nessun Paese europeo, come in Italia, si verificano così tante calamità naturali: negli ultimi 50 anni frane, alluvioni, terremoti e inondazioni hanno provocato oltre 2000 morti, centinaia di migliaia di sfollati, molte decine di miliardi di danni. Lo afferma il Cnr che ne spiega anche le cause: fortissima densità abitativa (oltre 60 milioni di abitanti in soli 300.000 kmq, il 40 % dei quali montani), un territorio fragile, la carenza di prevenzione, un’altissima densità di abitazioni e uno sviluppo edilizio sconsiderato; spesso si e' costruito sui pendii franosi dei monti, come negli alvei dei fiumi.
A lutti e rovine si aggiungono i gravi danni all’economia. Lo Stato aiuta in ritardo, e solo parzialmente, chi ha perso tutto, dalla casa all’azienda. Poi ci sono i costi della ricostruzione delle infrastrutture pubbliche. Non ci sono soldi, si afferma. Ecco quindi spuntare l’idea, che gode del sostegno di una forte e ben individuata lobby, di imporre ai proprietari di casa una nuova tassa, definita anticalamità, sotto forma di polizza obbligatoria, di importo variabile secondo la pericolosità della zona in cui si vive.
La polizza obbligatoria anticalamità ha radici antiche: ci si provò nel 1993, poi nel 2005 e nel 2012, nonostante che in due diverse occasioni (1999 e 2003) l'Autorità garante della concorrenza e del mercato l’abbia sonoramente bocciata: “Non si può dimenticare – ha sottolineato l’Antitrust – che l'imposizione di un obbligo assicurativo contribuisce a irrigidire la domanda dei consumatori, che saranno indotti ad accettare le condizioni praticate dalle imprese, anche quando le considerano particolarmente gravose”.
Ma c'e' di piu': l'introduzione di una assicurazione obbligatoria a carico dei danneggiati potrebbe paradossalmente essere controproducente. Lo Stato, sollevato dall'obbligo delle ricostruzioni e degli indennizzi, potrebbe sottrarsi di fatto gradualmente al suo compito istituzionale di investire nella salvaguardia e nella sicurezza del territorio.
E cosi' si chiuderebbe, una volta per tutte, con l'ennesimo errore, il cerchio della protezione inefficiente del bel Paese. Colombo Clerici
In nessun Paese europeo, come in Italia, si verificano così tante calamità naturali: negli ultimi 50 anni frane, alluvioni, terremoti e inondazioni hanno provocato oltre 2000 morti, centinaia di migliaia di sfollati, molte decine di miliardi di danni. Lo afferma il Cnr che ne spiega anche le cause: fortissima densità abitativa (oltre 60 milioni di abitanti in soli 300.000 kmq, il 40 % dei quali montani), un territorio fragile, la carenza di prevenzione, un’altissima densità di abitazioni e uno sviluppo edilizio sconsiderato; spesso si e' costruito sui pendii franosi dei monti, come negli alvei dei fiumi.
A lutti e rovine si aggiungono i gravi danni all’economia. Lo Stato aiuta in ritardo, e solo parzialmente, chi ha perso tutto, dalla casa all’azienda. Poi ci sono i costi della ricostruzione delle infrastrutture pubbliche. Non ci sono soldi, si afferma. Ecco quindi spuntare l’idea, che gode del sostegno di una forte e ben individuata lobby, di imporre ai proprietari di casa una nuova tassa, definita anticalamità, sotto forma di polizza obbligatoria, di importo variabile secondo la pericolosità della zona in cui si vive.
La polizza obbligatoria anticalamità ha radici antiche: ci si provò nel 1993, poi nel 2005 e nel 2012, nonostante che in due diverse occasioni (1999 e 2003) l'Autorità garante della concorrenza e del mercato l’abbia sonoramente bocciata: “Non si può dimenticare – ha sottolineato l’Antitrust – che l'imposizione di un obbligo assicurativo contribuisce a irrigidire la domanda dei consumatori, che saranno indotti ad accettare le condizioni praticate dalle imprese, anche quando le considerano particolarmente gravose”.
Ma c'e' di piu': l'introduzione di una assicurazione obbligatoria a carico dei danneggiati potrebbe paradossalmente essere controproducente. Lo Stato, sollevato dall'obbligo delle ricostruzioni e degli indennizzi, potrebbe sottrarsi di fatto gradualmente al suo compito istituzionale di investire nella salvaguardia e nella sicurezza del territorio.
E cosi' si chiuderebbe, una volta per tutte, con l'ennesimo errore, il cerchio della protezione inefficiente del bel Paese.
L’ing. Gabriele Scicolone è stato eletto presidente dell’OICE, l’Associazione aderente a Confindustria che raggruppa 360 società di ingegneria e di architettura italiane.
L’elezione del nuovo presidente OICE è avvenuta nel corso dell'Assemblea degli Associati, svoltasi oggi a Roma.
Romano, 44 anni, laureato in ingegneria meccanica presso La Sapienza a Roma; dal 2010 è Amministratore delegato delle Società del Gruppo Artelia in Italia presso le quali ha passato gli ultimi quindici anni di carriera. Si è occupato di svariati progetti di costruzione nei settori oil&gas e in vari comparti del “real estate”, cooperando con molteplici investitori e Clienti di rilevanza internazionale contribuendo alla significativa crescita del Gruppo in Italia.
L’ing. Scicolone, Consigliere OICE dal 2014, rimarrà in carica fino a maggio 2018 e subentra, nelle sue funzioni di presidente, all’ing. Patrizia Lotti che è stata alla guida dell’associazione di Via Flaminia dal luglio 2013.
Nel suo intervento programmatico esposto di fronte alla platea degli associati OICE, il neopresidente ha sottolineato la necessità di riposizionare l’ingegneria organizzata italiana nel ruolo che le spetta nell’ambito della “filiera del progetto” e come il momento sia propizio per i lavori di revisione del codice appalti in atto in questi mesi da parte del legislatore, con il supporto delle associazioni di categoria della filiera tra le quali OICE; lavoro che sta producendo risultati che possono rilanciare la professionalità dei tecnici italiani e contribuire a riequilibrare un mercato negli ultimi anni defatigato da regole difficili e non equilibrate.
Altro asse portante del programma del neopresidente è indubbiamente l’internazionalizzazione delle società di ingegneria italiane: "Molto c’è da fare - ha dichiarato Gabriele Scicolone - per recuperare il ritardo in un mercato dominato da veri e propri giganti pronti a cogliere le enormi opportunità rappresentate dai mercati emergenti e che conoscono in questi decenni la grande crescita economico-demografica. L’ingegneria italiana è tuttora apprezzata nel mondo e di qualità paragonabile a quella dei grandi competitor internazionali; bisogna operare per permetterle di giocare le proprie partite con pari mezzi e dignità".
Il Presidente Lotti: "Il 2015 non conferma i segnali di ripresa; necessarie risorse per il settore e corretta attuazione della delega appalti"
Il valore complessivo dei servizi di ingegneria e architettura messi in gara nel 2015 è stato pari a 468,4 milioni di euro, inferiore dell’8,5% rispetto al valore raggiunto nel 2014; questo al netto di un maxi bando da 261,6 milioni di euro pubblicato da CONSIP spa per ‘supporto specialistico e assistenza tecnica alle amministrazioni titolari dei programmi di sviluppo cofinanziati dai fondi strutturali UE per i programmi operativi 2014-2020’, che porta il valore messo in gara a 730,0 milioni di euro, +42,7% sul 2014. Questa l’estrema sintesi di quanto emerge dall'aggiornamento al 31 dicembre dell’osservatorio OICE-Informatel sul mercato pubblico dei servizi di ingegneria e architettura. Le gare rilevate in dicembre sono state 335 (di cui 45 sopra soglia), per un importo complessivo di 60,6 milioni di euro (50,2 sopra soglia), che sommando il valore del maxi bando arriva a 322,2 milioni di euro.
Rispetto a dicembre 2014 il numero dei bandi scende del 18,3% (+80% sopra soglia e -24,7% sotto soglia) mentre il loro valore, senza il maxi bando, cresce del 75,6%, sommando anche il valore del maxi bando si arriva a +833,4%. Nei dodici mesi del 2015 sono state indette complessivamente 3.922 gare (di cui 351 sopra soglia), per un valore complessivo di 468,4 milioni di euro (324,7 sopra soglia) che diventano 730 milioni di euro (586,3 sopra soglia) con il bando CONSIP. Il confronto con lo stesso periodo del 2014, al netto del maxi bando, è negativo: il numero delle gare sale del 2,4%, il loro valore scende dell’8,5%. “Nel giudizio sull'andamento del mercato pubblico che ci riguarda – ha dichiarato Patrizia Lotti, Presidente OICE, commentando i dati dell’Osservatorio – occorre partire dal dato preoccupante del calo dell’8,5% in valore che, al netto del maxi-bando CONSIP riguardante attività riconducibili alla nomenclatura dei servizi di nostro interesse, non ci permette di esprimere alcun elemento di soddisfazione. Le attività appaltate nel maxi bando riguardano essenzialmente assistenza tecnica ed economica, il resto del mercato cala rispetto all’anno precedente, nel 2015 non si è invertita la tendenza che mostra il disimpegno della Pubblica Amministrazione dagli investimenti in infrastrutture. Non considerando il bando CONSIP, va rilevato come la buona partenza di un anno fa abbia progressivamente lasciato spazio ad un trend negativo che porta il 2015 in regresso rispetto all'anno precedente. In prospettiva, nella legge di stabilità sono previste risorse per il settore che auspichiamo siano rapidamente applicate, insieme ad altre di non minore importanza come quelle sul fondo per la progettazione di 100 milioni di euro per il dissesto idrogeologico, settore nel quale c'è tanto da fare e tanta ingegneria da mettere in campo. A questo deve aggiungersi però – ha continuato Patrizia Lotti – un percorso chiaro e netto, ma anche adeguatamente meditato per quel che riguarda l'attuazione della delega sugli appalti pubblici approvata il 14 gennaio e da noi salutata positivamente sotto molti profili inerenti la centralità del progetto. L'auspicio è che su una materia così complessa e articolata si intervenga con attenzione affinché la semplificazione del dettato normativo sia accompagnata da attente valutazioni sull'impatto delle scelte che si stanno facendo per evitare vuoti normativi, proliferare di contenziosi e un quadro di incertezza giuridica che sarebbe devastante per il nostro settore, in crisi da anni. Soprattutto occorre tenere presente che una "rivoluzione" come quella delineate dalla legge delega impatterà su consolidati istituti e discipline che non possono essere semplicemente rasi al suolo, ma devono essere aggiornati e modernizzati senza traumi per le stazioni appaltanti che dovranno applicarli. La materia – ha concluso il Presidente OICE – è molto complessa e richiede prudenza per non fornire alibi a chi dovrà gestire questo new deal degli appalti pubblici".
Tornando ai dati dell’osservatorio si nota che sono sempre eccessivi i ribassi con cui le gare vengono aggiudicate: in base ai dati raccolti a dicembre il ribasso medio sul prezzo a base d'asta, per le gare indette nel 2014, è al 29,7%. Le prime informazioni sulle principali gare indette nel 2015 e già aggiudicate ci danno un ribasso medio del 36,8%. In ambito europeo le gare indette dai Paesi UE nel 2015 e rilevate dalla Gazzetta Ufficiale Europea ammontano a 18.932 con un incremento del 29,1% rispetto al 2014. Tra queste, quelle italiane sono state 351 con un incremento del 2,3%, mentre il loro valore, 324,7 milioni, scende del 10,3%, con il maxi bando sale a +62%. L’incidenza sul numero totale dei bandi pubblicati per paese, vede l’Italia attestarsi all’1,9%, molto al di sotto di paesi di simile rilevanza: la Francia al 32,3%, la Germania al 16,9%, la Polonia al 10,1%, la Gran Bretagna al 4,9%. L’andamento delle gare miste, cioè di progettazione e costruzione insieme (appalti integrati, general contracting, project financing, concessioni di realizzazione e gestione), scende in valore e in numero: il valore messo in gara nel 2015 cala del 39,2% rispetto ai dodici mesi del 2014, mentre il numero cala del 5,1%. Anche gli appalti integrati, considerati da soli, hanno nel 2015 lo stesso andamento: calano del 44,1% in valore e del 4,3% in numero. Il valore dei servizi di ingegneria e architettura compresi nei bandi per appalti integrati rilevati nel 2015 è stimato in 105,5 milioni di euro
Si è concluso con successo il progetto SEYCHELLES EXTRACTIVE INDUSTRIES TRANSPARENCY INITIATIVE implementato alle Seychelles nei mesi di novembre e dicembre da ambiente s.c. , società storica di Carrara (MS) impegnata da oltre 30 anni nei temi dell’ingegneria ambientale e associata all'OICE - l'Associazione aderente a Confindustria che riunisce le società di ingegneria e architettura italiane.
L’iniziativa è stata finanziata dalla Banca Mondiale, mentre il diretto beneficiario è stato il Ministry of Finance and Blue Economy.
ambiente s.c. si è infatti aggiudicata nel mese di novembre 2015 il progetto di consulenza per l’implementazione di un programma formativo rivolto agli stakeholders locali impegnati nel programma SEYCHELLES EXTRACTIVE INDUSTRIES TRANSPARENCY INITIATIVE (EITI).
Il progetto ha permesso al governo locale, alle organizzazioni civili ed ai principali stakeholders nazionali coinvolti nel piano di sviluppo dell’isola ed in particolare nell’analisi del piano di sviluppo dell’industria estrattiva (Oil & Gas) di ricevere formazione sui temi base del settore estrattivo stesso.
Il clou del progetto ha visto impegnato il team di ambiente s.c. per diverse settimane sul campo per condurre in aula diversi cicli di lezioni formative.
La missione ha coinvolto il Professor Tommaso Luzzati, docente di economia politica presso la Facoltà di Economia dell’Università di Pisa; Patrick Longerstey, ingegnere petrolifero con esperienza pluriennale in progetti riguardanti lo sviluppo del settore petrolifero nei paesi in via di sviluppo; Nicola Bertolini, economista ambientale con esperienza di sviluppo e gestione di progetti internazionali e Dan Petrescu, ex dipendente di Banca Mondiale esperto di comunicazione sui temi ambientali e sociali.
Durante la missione svolta nel mese di dicembre 2015, i docenti hanno sviluppato i seguenti temi:
• Principi generali del settore estrattivo
• L’industria dell’ Oil e Gas a livello internazionale
• I modelli contrattuali (concessioni, esplorazioni,…)
• Impatti macroeconomici del settore estrattivo
• Gli impatti ambientali e sociali connessi allo sviluppo del settore
• La presentazione del modello di governance dell’EITI.
Il progetto si inserisce nel processo di adesione ad EITI del Governo delle Seychelles.
L’EITI è un programma internazionale su base volontaria atto a migliorare la trasparenza nel settore delle risorse naturali e la relativa gestione, uno strumento di governance nato circa dieci anni fa e che ha la sede ad Oslo in Norvegia. Fino ad oggi, il programma si è concentrato principalmente sulla gestione e modalità dei “pagamenti” delle società minerarie e petrolifere ai governi, incluse la controversa questione delle royalties e tasse. Ad oggi sono 49 gli Stati che implementano il Protocollo EITI a livello internazionale.
L’EITI, che riunisce il settore pubblico e privato, è stato creato per affrontare in maniera sostenibile la cosiddetta “maledizione delle risorse”, il “Resource Course”, ed il “Dutch Disease” che affligge un grande numero di paesi esportatori di petrolio e metalli, dove la presenza di abbondanti risorse naturali (in particolare quelle non rinnovabili) ha spesso portato a corruzione e malgoverno.
Le Seychelles attualmente devono obbligatoriamente entro il 6 febbraio 2016 completare le procedure di adesione al programma EITI.
Ad oggi, nonostante siano state condotte sin dagli anni '80 alcune attività di esplorazione, non esiste una stima precisa delle riserve esistenti: pertanto il dibattito a livello nazionale è concentrato sul concetto se sviluppare o meno tale industria.
Il progetto dunque si inserisce all’interno dello sforzo governativo per la creazione di una piattaforma ed una agenda locale condivisa relativa alle attività estrattive. Le attività formative sono state svolte nell’isola di Mahè, Victoria, presso l’International Conference Centre Seychelles e presso la Central Bank of Seychelles.
Il progetto, denominato XXL (Xtreme Xperience Land), prevede la realizzazione di un parco dedicato agli sport estremi in un sito d'eccezione, una centrale termoelettrica dismessa, di cui si è mantenuta la memoria e la potenza comunicativa delle strutture industriali che diventano il perfetto scenario e contenitore delle attività previste, articolate in cinque aree tematiche: acqua (diving, wakeboard, surf, tuffi d'altura, waterball); terra (arrampicata indoor, skatepark, BMX freeride); aria (indoor skydiving, base flying);energia (percorsi avventura, simulatori, bunjee trampoline); natura (paintball, softair, zorbingball).
L'idea progettuale riqualifica il sito senza perderne la memoria storica, limitando al minimo le demolizioni necessarie e cercando di riutilizzare le strutture esistenti valorizzandone il potenziale scenografico.
La giuria ha riconosciuto al progetto un'elevata qualità progettuale, coniugata alla capacità di riutilizzare in maniera innovativa e sostenibile le strutture esistenti. Il concept è stato giudicato innovativo sia dal punto di vista architettonico che gestionale: l'idea valorizza l'identità industriale della Centrale, attraverso il riutilizzo di numerose strutture esistenti riconvertite ad uso sportivo. Il business model è stato giudicato interessante e potenzialmente remunerativo, con esternalità positive e capacità attrattivasul territorio con conseguenti ricadute occupazionali per Alessandria, focalizzate soprattutto sui giovani.
Aggiornamento mensile sugli appalti pubblici di ingegneria e architettura.
Dopo l’ottimo andamento del bimestre febbraio-marzo, in aprile il mercato prende una pausa e cala leggermente: rispetto ad aprile 2013 -0,6% in valore; ciò nonostante l’andamento del primo quadrimestre 2014 mostra un andamento positivo rispetto ai primi quattro mesi dello scorso anno, +41,4% in valore.
In dettaglio, secondo l’aggiornamento al 30 aprile dell'osservatorio Oice-Informatel, le gare per servizi di ingegneria e architettura rilevate nel mese sono state 310 (di cui 34 sopra soglia), per un importo 47,1 milioni di euro (36,7 sopra soglia, 10,4 sotto soglia). Rispetto al mese di aprile 2013 il numero delle gare cresce del 13,6%, mentre il loro valore scende dello 0,6% (-7,1% sopra soglia e +32,0% sotto soglia).
I dati del primo quadrimestre dell'anno sono, come detto, positivi: sono state bandite 1.234 gare che, rispetto al primo trimestre 2013, scendono del 3,5% (-8,2% sopra soglia e -3,1% sotto soglia), ma raggiungono un valore complessivo di 169,4 milioni di euro, con un aumento sul 2013 del 41,4% (+69,8% sopra soglia e -4,9% sotto soglia).
"Anche alla chiusura dei primi quattro mesi dell’anno il tono del mercato rimane positivo – ha dichiarato Patrizia Lotti, Presidente OICE – nonostante il risultato di aprile, che ha scontato molti giorni festivi, non sia positivo. In generale vediamo come vi sia stato nel medio periodo un clamoroso calo della domanda pubblica che il nostro settore non potrà più sostenere se non cambierà il trend della spesa pubblica per investimenti. In questa ottica dobbiamo salutare positivamente le affermazioni del Ministro Lupi che ha sottolineato l'esigenza di un maggiore ricorso al mercato riservando alla P.A. non la progettazione ma la programmazione e il controllo. Si tratta di una posizione forte – ha continuato il Presidente OICE – che sosteniamo al 100%: è fondamentale che la Pubblica Amministrazione si attrezzi per garantire e verificare la qualità del progetto e le modalità di esecuzione dei lavori, difendendo il progetto che ha approvato e messo in gara lei stessa, assicurando che sia realizzato nei tempi e nei costi preventivati, come un vero proprio project manager. Occorre però, anche con il lavoro che si sta avviando per il recepimento delle direttive europee, riequilibrare il rapporto fra progettista e impresa di costruzioni, ridare centralità al progetto e sostenere le aggregazioni fra progettisti, unico sistema per consentire al mondo della progettazione italiano di potere competere a livello europeo e internazionale. Di questo – ha concluso Patrizia Lotti – parleremo con le Istituzioni nel nostro convegno annuale programmato per il 5 giugno all'Ara Pacis, dal titolo l'ingegneria motore di sviluppo". Tornando ai dati dell’osservatorio si rileva che sono sempre troppo alti i ribassi con cui le gare vengono aggiudicate. In base ai dati raccolti fino ad aprile il ribasso medio sul prezzo a base
L’OICE accoglie con estrema soddisfazione le dichiarazioni del Ministro Lupi sulla necessità di esternalizzare l’attività di progettazione e fermare la progettazione interna della P.A., espresse oggi a Roma davanti ai rappresentanti dei Consigli nazionali delle professioni tecniche.
Per l’ing. Patrizia Lotti, Presidente dell’OICE, l’Associazione delle società di ingegneria e architettura aderente a Confindustria, si tratta di una assoluta e positiva novità che accoglie quanto l’Associazione propone da tanti anni: “Riformare il ruolo della Pubblica Amministrazione, che deve essere centrata sulla fase di studio e programmazione degli interventi e sul controllo, è un nostro refrain da almeno 15 anni, da quando già era evidente che per migliorare la qualità del progetto risultava antistorico, antieconomico e controproducente puntare sul rafforzamento degli uffici tecnici interni; ci fa piacere che anche gli amici delle professioni tecniche abbiano condiviso questa nostra posizione e sarà questo un motivo per portarla avanti insieme”.
Per Patrizia Lotti sono queste le attività che i tecnici dovrebbero svolgere: “Soprattutto per gli interventi in project finance, è fondamentale avere accurati studi di fattibilità che orientino coerentemente le allocazioni delle risorse, così come, in generale, D.P.P. (documenti preliminari alla progettazione) dettagliati in modo da rendere la gara efficace e finalizzata alla soluzione qualitativamente migliore; quel che è certo è che la progettazione non può più essere, come avviene dal 1865, una prerogativa dell’Amministrazione. Viceversa è fondamentale che la Pubblica Amministrazione si attrezzi per garantire e verificare la qualità del progetto e le modalità di esecuzione dei lavori, difendendo il progetto che ha approvato e messo in gara lei stessa, assicurando che sia realizzato nei tempi e nei costi preventivati, come un vero proprio project manager”.
Anche l’OICE a breve illustrerà le sue proposte di riforma del Codice in occasione del Convegno annuale programmato per il prossimo 5 giugno a Roma: “Di questa positiva e fondamentale novità avremo senz’altro modo di parlare con il Ministro Lupi ai primi di giugno durante il nostro Convegno annuale che vorrà evidenziare come l’ingegneria e l’architettura possano essere un formidabile strumento di sviluppo e di traino per tutta la filiera delle costruzioni e in generale per rendere più efficiente ed efficace il sistema”.
L’OICE, l’Associazione aderente a Confindustria che riunisce le società di ingegneria e architettura, critica la norma del decreto-legge sul cosiddetto “bonus” che impone all’aggiudicatario dell’appalto di rimborsare alle stazioni appaltanti le spese di pubblicità dei bandi di gara.
In particolare il decreto-legge, all’articolo 26 della versione definitiva del testo, prevede l’obbligo - per l’aggiudicatario di un appalto pubblico - di rimborsare alle stazioni appaltanti, entro 60 giorni dall’avvenuta aggiudicazione, i costi sostenuti per pubblicare avvisi e bandi di gara sulla gazzetta ufficiale: “Non possiamo accettare - afferma il Presidente OICE, ing. Patrizia Lotti - che invece di eliminare l’obbligo, si sia provveduto semplicemente a modificare l’oggetto del rimborso: invece delle spese di pubblicità sui giornali, si dovranno rimborsare quelle sulla gazzetta ufficiale, lasciando anche inalterate le modalità del rimborso. Si tratta di una misura iniqua per tutto il settore della progettazione e delle costruzioni, e appare assolutamente incomprensibile che sia stata mantenuta in un provvedimento che dovrebbe invece ridare fiato all’economia e aiutare la ripresa; ci sembra assurdo fare la spending review sulle spalle di chi prende un contratto dopo avere fatto ribassi ormai al limite della decenza”.
I progettisti chiedono una rapida marcia indietro al Governo, affinché elimini questo ingiusto onere a carico degli operatori del settore: “Una cosa - conclude il Presidente OICE - è la condivisibile operazione di spending review attuata con i tagli alle inefficienze, altra cosa è fare pagare agli operatori privati costi che sono della Pubblica Amministrazione. Allora si abbia il coraggio di eliminare anche la pubblicazione sulla gazzetta ufficiale e mettere tutto su un’unica banca-dati, ma è fuori da ogni logica che debba essere l’aggiudicatario di un appalto a pagare le spese di pubblicazione sulla gazzetta ufficiale”.
Redazione Notiziario Tecnico