L'intera superficie esterna e parte degli interni di "Palazzo Italia", l'edificio simbolo di Expo 2015, saranno costruiti utilizzando il nuovo cemento biodinamico, che contiene TX Active, il principio attivo "mangia smog".
Il cemento autopulente, diventato negli ultimi anni il materiale-simbolo del grande architetto americano Richard Meier, è nato nei laboratori di Italcementi grazie all'impegno del chimico Luigi Cassar, direttore della ricerca del gruppo.
Il Tx Active oggi viene riconosciuto nella sua capacità d'innovazione con una candidatura alla finale degli European inventory Award dell' Epo, l'European patent Office, nella categoria "Industry":
L'invenzione di Cassar e del suo team non ha solo il vantaggio di mantenere il cemento pulito nel tempo, neutralizzando gli agenti inquinanti che altrimenti procurerebbero una decolorazione della superficie, ma è anche in grado di depurare l'aria, assorbendo ed eliminando spontaneamente smog, vernici, spray e altri contaminanti organici e inorganici. Per mantenersi pulito il materiale sfrutta la fotocatalisi, una reazione fotochimica generata dalle proprietà fotoattive del biossido di titanio, in quanto la luce solare o artificiale (agente scatenante) viene assorbita dal biossido di titanio che a sua volta attiva le molecole di ossigeno presenti nell'aria. L'ossigeno attivato agisce sui contaminanti, scomponendoli e trasformandoli in nitrati e carbonati, che vengono poi facilmente lavati via con l'acqua della pioggia.
Come tutti i materiali in grado di attivare un processo di ossidazione, anche il cemento fotocatalitico è quindi antinquinante e antibatterico; basta un sottile strato di questo materiale per attivare un processo di auto-pulizia della superficie trattata e dell'aria che la circonda, tanto che il cemento mangia-smog si usa ormai anche per la pavimentazione di strade. Posato come massello di cemento o come un sottile strato di malta sul bitume, a seconda del tipo di strada, il cemento fotocatalitico ha dimostrato la capacità di decomporre gli scarichi delle automobili, dimezzando i livelli di ossidi di azoto nelle aree interessate al trattamento. Inizialmente lo scopo della ricerca era quello di mantenere il cemento pulito, senza le macchie causate negli anni dall'inquinamento dell'aria.
Cassar si è concentrato sulle proprietà autopulenti del cemento, imbrigliando l'energia del sole per scomporre le sostanze nocive prima ancora che attaccassero la superficie di cemento. La scoperta che l'ossidazione delle superfici riduceva anche gli inquinanti dell'aria circostante è stato un effetto collaterale.
Il banco di prova è stato la costruzione della cattedrale del Giubileo (Chiesa Dives in Misericordia, progettata dell'architetto Richard Meier) a Roma con tre grandi vele bianche di cemento. Durante la costruzione della chiesa si è avuta la conferma scientifica che l'aria attorno alla nuova struttura era meno inquinata di prima, in quanto il chimico Cassar ha potuto misurare una riduzione degli ossidi di azoto addirittura dell'80%.
Un architetto col suo lavoro può contribuire a restituire dignità e sostenibilità a un territorio, a un quartiere, a una terra.
Il 12 aprile è stato ufficialmente presentato alla città di Guastalla, in provincia di Reggio Emilia, il progetto vincitore per un nuovo asilo, a firma dell’architetto bolognese Mario Cucinella. Mario Cucinella è intervenuto affermando che: “Per progettare un asilo nido e una scuola d'infanzia è necessario che s’incontrino e dialoghino discipline diverse come l'architettura, la pedagogia, la psicologia, l'antropologia. La qualità degli spazi dipende da come questi saperi riescono a interagire tra loro. La costruzione di ambienti per i più piccoli può essere uno spunto di riflessione sul ruolo dell'architettura, che non è solo materia da riviste patinate ma può diventare strumento educativo poichè lo spazio condiziona i comportamenti, e i bambini cresciuti in un ambiente confortevole, stimolante e adatto alle loro esigenze saranno adulti più consapevoli”.
Il nuovo edificio sostituirà i due nidi d’infanzia danneggiati dal sisma del maggio 2012 e ospiterà 120 bambini fino ai tre anni d’età. “Creare uno spazio a misura di bambini e insegnanti, sostenibile, accogliente e sicuro come un vero e proprio nido in cui cominciare a esplorare il mondo - ha detto l'assessore ai Lavori pubblici Elisa Rodolfi - è stata la filosofia alla base del progetto vincitore, una filosofia apprezzata e condivisa dal Comune di Guastalla che proprio sul tema della sostenibilità, della sicurezza e del servizio al cittadino ha improntato il piano di lavoro per la ricostruzione post-sisma, in cui la nuova struttura per l'infanzia si inserisce”.
I punti di forza del progetto dell’asilo di Cucinella in Emilia riguardano l’utilizzo di materiali naturali e riciclati, a basso impatto ambientale, l’uso del legno nella struttura portante (escluse le fondazioni che saranno in calcestruzzo armato), il recupero dell’acqua piovana, l’inserimento di ampie superfici vetrate per sfruttare al massimo l’illuminazione naturale e l’installazione di un impianto fotovoltaico.
dai principi della qualità dell'architetturae non solo dal prezzo; è un bel segnale perché quando il committente cerca la qualità, gli architetti vincono. E investire nella qualità consente anche di far crescere le generazioni di architetti”.
Sull’idea guida di questa nuova scuola per l’infanzia ha risposto sempre Cucinella: “Pur con un sistema normativo molto rigido, a Guastalla è stato possibile fare un edificio che avevo immaginato come la balena di Pinocchio, utilizzando il legno e grandi superfici vetrate. Se la scuola è il luogo dell'educazione, lo spazio e l'edificio stesso sono una forma di educazione. Resta nella memoria, come a me è rimasta nella memoria il mio asilo, che poi ho scoperto era stato realizzato da Giuseppe Vaccaro, un architetto razionalista.
E poi la scuola non sono solo le mura, gli spazi, qui ho progettato un giardino sensoriale: i profumi, l'altezza delle piante, tutto è studiato per attivare i sensi dei bambini.
Notiziario Architettura By Antonietta Salierno
Pubblicato sul BURC del 14 aprile 2014 il bando per la selezione di progetti da ammettere al finanziamento del Fondo rotativo per lo sviluppo delle PMI Campane. Il Bando intende favorire la nascita di nuove imprese sul territorio campano, formate in prevalenza da giovani under 35 e donne, mediante la concessione di finanziamenti a tasso agevolato da restituire in 7 anni con un periodo di differimento di 24 mesi. Sono ammissibili tutte le imprese che operino o che prevedano di operare nei settori definiti dai codici Ateco 2007 eccetto le limitazioni derivanti dalle vigenti normative dell’Unione Europea. Il Bando ha una dotazione di 30 milioni di euro e finanzia programmi di investimento di importo compreso tra un minimo di € 25.000,00 e un massimo di € 250.000,00 a copertura del 100% del programma di investimenti ammissibile.
Le domande di agevolazione potranno essere presentate a partire dalle ore 10:00 del 29 maggio 2014 e fino al 30/09/2014, utilizzando lo sportello telematico accessibile attraverso i siti internet
www.sviluppocampania.it, www.porfesr.regione.campania.it, www.economia.campania.it
E’ possibile registrarsi sui siti indicati dal 29 aprile 2014 e compilare le domande dal 14 maggio 2014. Per registrarsi cliccando qui
• bando-start-up-8
La modifica al Regolamento Generale di Previdenza prevede la possibilità di derogare all'obbligo della contribuzione minima soggettiva per un massimo di 5 anni - anche non continuativi - nell'arco della vita lavorativa, per chi produce redditi inferiori al valore corrispondente al contributo minimo soggettivo. Dopo l'anticipazione di poche settimane fa, adesso è ufficiale: Inarcassa ha abolito il contributo minimo soggettivo per i professionisti con un reddito inferiore a 15.690 euro. Lo ha comunicato ufficialmente Inarcassa che ha anche pubblicato il nuovo Regolamento Generale di Previdenza con le ultime modifiche ed integrazioni approvate dai Ministeri Vigilanti il 26 marzo 2014. E’ stato inserito all'art. 4 il comma 3 che consente dal 2014, a chi prevede di conseguire un reddito professionale inferiore a 15.690 euro, di non versare il contributo soggettivo minimo (€ 2.275) e pagare il 14,5% del solo reddito effettivamente prodotto entro dicembre 2015, dopo la presentazione della dichiarazione on line.
Per gli iscritti che si avvalgono di detta facoltà sono garantiti i servizi di assistenza (maternità, sussidi, indennità temporanea inabilità, mutui, finanziamenti) così come la possibilità di presentare domanda di riscatto (laurea, servizio militare, periodi di lavoro all'estero) o di ricongiunzione dei periodi assicurativi maturati presso altre gestioni previdenziali. Il contributo minimo integrativo e il contributo di maternità vanno comunque versati entro i termini previsti (30 giugno e 30 settembre dell'anno in corso).
I Requisiti
Per non versare il contributo soggettivo minimo (€ 2.275) e pagare il 14,5% del solo reddito
effettivamente prodotto, è necessario che il professionista possegga i seguenti requisiti:
• essere iscritto ad Inarcassa al momento della richiesta;
• non essere pensionando o pensionato;
• non usufruire della riduzione per i giovani under 35 anni;
• non aver esercitato la facoltà di deroga già per 5 volte.
La presentazione della domanda
Per l'anno in corso la deroga deve essere richiesta, entro e non oltre il 31 maggio, esclusivamente in via telematica tramite l'applicativo disponibile nell'area riservata di Inarcassa On Line al menù "Agevolazioni - Deroga contributo soggettivo minimo".
Può richiedere la deroga anche chi ha in corso la rateizzazione bimestrale dei contributi minimi 2014. In tal caso, il piano di rateizzazione decade; le rate già versate vanno in compensazione con il contributo integrativo e il contributo di maternità e l' importo residuo, se dovuto, andrà corrisposto al 30 settembre.
La domanda può essere annullata entro e non oltre il 30 giugno, esclusivamente in via telematica, sempre dall'applicativo su Inarcassa On Line.
Le modalità di versamento
Se l'ammontare del reddito professionale che verrà inserito nella dichiarazione (da presentare entro il 31 ottobre 2015 per il 2014), sarà inferiore a € 15.690, verrà generato un MAV per un importo pari al 14,5% del reddito dichiarato, da pagare entro il 31/12/15.
Qualora invece il reddito professionale dichiarato si rivelasse uguale o superiore a € 15.690, verrà generato un MAV con scadenza 31/12/15 di importo pari al 14,5% del reddito dichiarato, maggiorato degli interessi (BCE+4,50%) sul solo contributo minimo dovuto di € 2.275 e decorrenti dalle due scadenze ordinarie (integrazione obbligatoria).
Gli effetti della deroga
La deroga determina la diminuzione dell'anzianità contributiva utile alla pensione che viene riconosciuta in misura proporzionale a quanto versato per l'annualità interessata. Ad esempio a fronte di un reddito di 5.000 euro dichiarato per il 2014, il contributo soggettivo dovuto sarà 5.000 * 14,50% = 725 euro, per cui l'anzianità sarà pari a 117 giorni anziché 365. [(725/2.275) * 365 gg.].
Si potrà integrare gli importi non versati entro i cinque anni successivi e assicurarsi così l'anzianità previdenziale intera (integrazione volontaria).
Ad esempio il riscatto della deroga 2014, di n. 248 giorni, sarà possibile entro il 31/12/2020.
Redazione Notiziario Tecnico By Antonietta arch. Salierno
È partita la riforma del catasto. Per completarla servono 5 anni: i valori si avvicineranno a quelli reali di mercato.
Nuovo catasto, lotta all’evasione, bonus ristrutturazioni. Sono alcuni dei provvedimenti contenuti nella delega fiscale che, dopo l’approvazione ieri da parte della Commissione finanze della Camera, diventa legge. Al lungo iter che ha portato alla formulazione attuale manca ancora l’emanazione dei decreti attuativi, che renderanno la legge pienamente operativa. Vediamo intanto le novità.
Riforma del catasto. Per arrivare ad una vera e propria rivalutazione degli immobili, il più aderente possibile ai valori di mercato, ci vorranno circa 5 anni. La revisione proposta nella delega prevede che il valore e la categoria non si basi più sul numero di stanze, ma sui metri quadrati. La rendita finale sarà poi determinata da una formula matematica che metterà in relazione tutte le caratteristiche, dal valore di mercato alla posizione.
Redazione by Arch. Antonietta Salierno
Gran parte del processo di smaltimento e/o riciclaggio in Germania è gestito direttamente dalle industrie, costrette a formulare sempre più nuovi sistemi, atti a ridurre le dispersioni e facilitare le operazioni. La Germania è in testa alle altre nazioni europee in termini di riciclo, con una percentuale di circa il 70%, che viene recuperata e riutilizzata con successo ogni anno. La strategia vincente Zero Waste è frutto della collaborazione tra le parti del governo, l’industria e i cittadini, parti attive nella prevenzione, recupero e smaltimento dei rifiuti, compatibilmente con l'ambiente.
LA PRODUZIONE DI IMBALLAGGI
L’obiettivo primario di Zero Waste è quello di ridurne la quantità, o facilitarne la cernita, produrre emissioni più basse possibili e minimizzare gli sprechi. La riduzione dei rifiuti è perciò la priorità assoluta, a monte di un’elevata produzione annua, incoraggiando le imprese a partecipare attivamente e, qualora non fosse possibile, ad assicurarne il riciclaggio o la conversione in energia; infine, i rifiuti che non possono essere recuperati dovranno essere smaltiti in modo sicuro, per l'ambiente. Nel 1991, la Germania ha adottato il decreto “Verordnung über die Vermeidung von Verpackungsabfällen” (Ordinanza sulla prevenzione dei rifiuti di imballaggio) il quale impone a tutti i produttori di raccogliere e, quindi, riciclare o riutilizzare le confezioni dopo che sono state smaltite dai consumatori; le aziende diventano responsabili per i loro imballaggi fino al termine del loro ciclo di vita, incoraggiati a confezionare merci con meno materiali, in modo da minimizzare i costi di riciclo e smaltimento. L'ordinanza si concentra sul miglioramento di tre categorie di imballaggi: • imballaggi per il trasporto (casse e scatole di spedizione);
• imballaggio secondario (cassette non essenziali);
• l'imballaggio primario (involucri che vengono a contatto con il prodotto, come i tubetti del dentifricio).
I produttori pagano una quota per diventare membro del Duales System Deutschland GmbH ed essere quindi autorizzati a stampare il marchio Der Grüne Punkt (Punto Verde) su tutti i loro imballaggi, garantendone la qualità. Le tasse vengono decise in base al materiale, il peso e il numero di elementi che lo compongono. Il DSD prende in considerazione anche quanto costerà raccogliere, ordinare, trattare e riciclare i diversi materiali. Attualmente, il sistema Punto Verde è utilizzato da più di 130.000 aziende in 25 paesi europei. PRO Europe, l'organizzazione per i sistemi di gestione dei rifiuti di imballaggio europee, segnala che 3,2 milioni di tonnellate di rifiuti di imballaggi commerciali tedeschi sono state recuperate nel 2007, oltre l’88% di tutte le confezioni prodotte in Germania quell’anno (secondo un rapporto dell'EPA sui rifiuti solidi urbani, nel 2007, gli Stati Uniti sono stati in grado di recuperare solo il 43% circa di tutti i contenitori e imballaggi prodotti quell'anno).
IMPIANTI E DISCARICHE
Una volta raccolti i rifiuti, la maggior parte è trasferita direttamente ad un impianto di smistamento, dove le parti riciclabili vengono separate a quelle non riciclabili. I materiali che, principalmente, vanno agli impianti di smistamento sono carta e cartone, imballaggi, prodotti tessili e calzature, rifiuti ingombranti, rifiuti pericolosi, rottami metallici, elettronici e batterie.
Da un impianto di cernita, il materiale viaggia in direzioni diverse, ad esempio: la carta va in cartiera, il vetro va a un impianto di trasformazione e successivamente in vetreria, i capi d’abbigliamento ai distributori di seconda mano. Tutto ciò che non può essere riciclato verrà incenerito o sottoposto a trattamento meccanico/biologico, prima di essere portato in una discarica. Nel 1970, la Germania contava circa 50.000 discariche, oggi sono meno di 200, grazie a normative più severe e una richiesta in calo.
Le discariche autorizzate in Italia sono circa 269, ma se ne stimano altrettante migliaia abusive.
Durante l’incontro presso Montecitorio de “L’Italia del Riciclo 2013” il presidente del Consiglio Esperti Ambientale tedesco Martin Faulstich, ha evidenziato un immediato paragone con l’Italia, a fronte dei più recenti dati ISPRA sul diverso approccio delle due parti al problema comune, della notevole produzione di rifiuti urbani. Sono qui riportati i parametri a confronto tra le due nazioni. Germania:
• Discarica 5%
• Incenerimento 35%
• Riciclaggio 45%
• Compostaggio 15%
Italia:
• Discarica 45%
• Incenerimento 20%
• Riciclaggio 20%
• Compostaggio 15%
La nazione tedesca sta lavorando per diventare un paese rifiuti zero entro il 2020, pronta a conquistare l'ultima frontiera nel campo della sostenibilità. Entro il 2030, spera di trovare un modo per riutilizzare ogni elemento presente nei prodotti. Il raggiungimento di questo obiettivo rifiuti zero renderebbe il paese al 100% sostenibile ed eliminerebbe totalmente la necessità di avere discariche.
Redazione Notiziario Tecnico by Arch. Antonietta Salierno
In Gazzetta il Regolamento sulle commissioni applicate alle transazioni
03/04/2014 - Sulla Gazzetta Ufficiale n. 75 del 31 marzo 2014 è stato pubblicato il Decreto del Ministero dell'Economia e delle Finanze 14 febbraio 2014, n. 51 recante "Regolamento sulle commissioni applicate alle transazioni effettuate mediante carte di pagamento, ai sensi dell'articolo 12, commi 9 e 10, del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214".
Il 29 luglio 2014 entrerà in vigore il provvedimento che fa seguito all'introduzione dell'obbligo di accettazione del POS previsto dall'art. 15, comma 4 del d.l. n. 179/2012 convertito dalla legge n. 221/2012 e al Decreto del Ministero dello Sviluppo economico 24 gennaio 2014 recante "Definizioni e ambito di applicazione dei pagamenti mediante carte di debito" (G.U. n. 21 del 27 gennaio 2014), si applica alle transazioni con carta di pagamento effettuate presso esercenti per l'acquisto di beni o servizi. Restano escluse le transazioni in contanti e le operazioni di prelievo di contante.
Il Regolamento stabilisce che i prestatori di servizi di pagamento che sottoscrivono gli accordi contrattuali anche in qualità di intermediari per l'accettazione, da parte degli esercenti, di carte di pagamento curando, di regola, la gestione dei relativi flussi finanziari, sono tenuti a distinguere le commissioni da applicare per ciascuna tipologia di carte di pagamento - di debito, di credito, prepagate - anche in relazione ai diversi circuiti di riferimento nonché a ulteriori eventuali specifiche caratteristiche funzionali delle carte medesime. Vanno differenziati gli importi delle commissioni applicate agli esercenti e le sottopongono a revisione. Tenuto conto dell'obiettivo di riduzione delle commissioni applicate dal soggetto convenzionatore all'esercente, nel contratto di convenzionamento è, infatti, inserita una clausola di revisione periodica, almeno annuale, delle commissioni correlata anche al volume e al valore delle operazioni di pagamento effettuate presso l'esercente, nonché alla revisione delle eventuali commissioni d'interscambio.
I gestori dei circuiti di carte di pagamento accettate in Italia devono rendere noti e mantenere aggiornati in maniera chiara, completa, trasparente e facilmente accessibile, attraverso il proprio sito internet, le eventuali commissioni d'interscambio applicate alle operazioni di pagamento eseguite sul territorio italiano, con adeguata informativa degli eventuali provvedimenti adottati dalle autorità europee e nazionali preposte alla tutela della concorrenza.
L'informazione deve essere resa all'esercente dagli acquirer, al momento del convenzionamento e, successivamente, con cadenza periodica almeno annuale.
Con lo scopo di promuovere l'utilizzo di strumenti alternativi al contante, gli acquirer applicano ai pagamenti di importo non superiore a trenta euro commissioni inferiori a quelle generalmente applicate nel caso di operazioni effettuate, con qualunque modalità, tramite terminali evoluti di accettazione multipla.
Notiziario Tecnico By arch. Antonietta Salierno
Dal 31/03/2014 è possibile consultare gratuitamente le banche dati ipotecaria e catastale e verificare, ad esempio, la planimetria o la rendita, la classe e la categoria catastale. Questo nuovo servizio è previsto dal Provvedimento prot. 31224 del 4 marzo 2014 del Direttore dell’Agenzia delle Entrate. Visure catastali e ipotecarie per tutti per i contribuenti (persone fisiche) abilitati ai servizi Fisconline ed Entratel dell’Agenzia possono consultare gratuitamente e comodamente dal proprio pc le informazioni relative alla casa di loro proprietà come: • la visura catastale (per soggetto e per immobile); • la mappa con la particella terreni; • la planimetria del fabbricato; • la visura ipotecaria. Tale procedura è attiva per gli immobili presenti su tutto il territorio nazionale (ad eccezione delle Province autonome di Trento e Bolzano e, per le visure ipotecarie, delle zone dove vige il sistema tavolare) dei quali i contribuenti risultano titolari, anche in parte, del diritto di proprietà o di altri diritti reali di godimento. Il servizio di consultazione di questi dati è già disponibile negli uffici provinciali - Territorio dell’Agenzia. Le informazioni catastali potranno essere consultate gratuitamente anche presso gli sportelli catastali decentrati, in questo caso non solo per le persone fisiche. I pubblici ufficiali, come i segretari comunali, gli agenti della riscossione e gli ufficiali roganti della Pubblica amministrazione, non avranno più la necessità di doversi recare presso gli uffici finanziari, per trascrivere gli atti o iscrivere le ipoteche, perché potranno trasmettere, in via telematica, tutti i documenti necessari comodamente dal proprio studio. Questa novità è stata prevista da un provvedimento direttoriale firmato lo scorso 10 marzo.
Notiziario Tecnico By arch. Antonietta Salierno
Enea: l’importante è non superare la volumetria preesistente.
Per i centri storici decidono i Comuni,sono esclusi gli immobili vincolati.
Il Decreto del Fare 69/2013 ha rivisto il concetto di ristrutturazione edilizia contenuto nel DPR 380/2001 facendo venire meno il vincolo della sagoma. 30/03/2014 - Il bonus del 65% per la riqualificazione energetica degli immobili spetta anche in caso di demolizione e ricostruzione dell’edificio con sagoma diversa. L’importante è che non venga superata la volumetria preesistente.
Lo ha ribadito l’Enea, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile.
Dal 21 agosto 2013, dalla data di entrata in vigore della Legge 98/2013, che ha convertito il Decreto del Fare, rientrano nelle ristrutturazioni edilizie anche gli interventi di demolizione e ricostruzione di un edificio con la stessa volumetria, ma con sagoma diversa. Ciò significa che i lavori non necessitano del permesso di costruire perché è sufficiente la Scia, Segnalazione certificata di inizio attività, che rende possibile l’avvio del cantiere nello stesso giorno in cui si presenta l’istanza al Comune. L’Enea ha spiegato che con la Legge del Fare sono stati inseriti negli interventi di ristrutturazione anche quelli per il ripristino degli edifici, o di parte di essi, crollati o demoliti, purchè sia possibile accertarne la preesistente consistenza. Sono invece esclusi dalle semplificazioni gli immobili vincolati ai sensi del D.lgs 42/ 2004, Codice dei beni culturali e del paesaggio. Nei centri storici bisogna inoltre accertare che il Comune non abbia escluso alcune aree o singoli edifici dalla possibilità di demolizione e ricostruzione senza vincolo di sagoma. Il decreto del Fare ha infatti concesso agli enti locali di valutare caso per caso la presenza di condizioni specifiche da sottoporre a tutela. Sulla base di queste considerazioni, si può concludere che gli interventi di demolizione e ricostruzione con sagoma diversa ma stessa volumetria, che possono già beneficiare delle detrazioni del 50% sulle ristrutturazioni, usufruiscono anche dell’Ecobonus del 65%. Inore se l’intervento prevede anche un ampliamento, la detrazione può essere concessa unicamente per le spese riferibili alla parte esistente, in quanto l’ampliamento viene considerato “nuova costruzione”.
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. Arch. Antonietta Salierno
Pubblicato in Gazzetta il decreto con le deroghe alle norme sui titoli edilizi e al Codice Appalti che velocizzeranno gli interventi di riqualificazione
Con lo scopo di realizzare gli interventi di messa in sicurezza e riqualificazione degli edifici scolastici in tempi rapidi il dpcm 22 gennaio 2014, pubblicato in Gazzetta Ufficiale, introduce una serie di deroghe al Codice Appalti e alle norme sul rilascio del permesso di costruire proprio per accelerare i lavori.
Lo snellimento delle procedure faciliterà i lavori da finanziare con i 150 milioni di euro stanziati dal DL del Fare 69/ 2013. Secondo il sottosegretario all’Istruzione, Roberto Reggi, sul totale dei 692 interventi previsti, ne sono già stati affidati 500, mentre i Comuni, invitati dal presidente del Consiglio Matteo Renzi a segnalare una scuola su cui effettuate le operazioni di “rammendo”, hanno inviato circa 5 mila lettere, che dovranno ora essere vagliate dall’unità di missione istituita presso Palazzo Chigi.
Col dpcm 22 gennaio 2014, gli interventi potranno essere realizzati senza permesso di costruire a condizione che non comportino una variazione della destinazione d’uso o della sagoma degli edifici vincolati ai sensi del Codice dei Beni Culturali.
Nell’affidamento dei lavori, inoltre, il dpcm ammette una serie di deroghe, come la possibilità di appalto immediato, senza attendere i trentacinque giorni successivi all’aggiudicazione definitiva, il superamento dei controlli sulla capacità economico finanziaria e tecnico organizzativa delle imprese e una maggiore libertà negli affidamenti in economia. Le altre azioni a sostegno dell’edilizia scolastica
Verso la velocizzazione degli interventi sulle scuole si sono mossi anche i Comuni e le imprese, che insieme hanno dato vita ad una task force. Anci, Associazione nazionale dei comuni italiani, e Ance, Associazione nazionale costruttori edili, si sono accordati per la ricognizione delle risorse che lo Stato non è ancora riuscito a spendere e l’individuazione di procedure snelle che consentano di realizzare in tempi certi le opere indispensabili.
Dal primo aprile l’unità di missione coordinerà gli interventi di riqualificazione e messa in sicurezza segnalati dai sindaci direttamente al Presidente del Consiglio Matteo Renzi. Ricordiamo infatti che all’inizio del mese di marzo il premier ha inviato una lettera a tutti i primi cittadini, chiedendo loro di scegliere un edificio scolastico e di proporre un progetto per il suo adeguamento contenente il valore dell'intervento, le modalità di finanziamento previste e la tempistica di realizzazione.
Mediante i 150 milioni stanziati dal Decreto del Fare potranno essere realizzati 692 interventi. Ricordiamo che le Regioni hanno presentato al Ministro dell’Istruzione una graduatoria di interventi immediatamente cantierabili, in ordine di priorità. Le Regioni hanno ricevuto dagli enti locali 3.302 richieste di intervento, di cui 2.515 ammissibili al finanziamento. Con i 150 milioni previsti dal Decreto del Fare è stato possibile finanziare 692 interventi. Le risorse sono state ripartite tra le Regioni dal Decreto 906/2013 dell’ex Ministro dell’Istruzione.
Secondo la proroga stabilita dal DL Salva Roma ter, i lavori devono essere affidati entro il 30 aprile 2014. Inizialmente, il Decreto del Fare aveva fissato come termine il 28 febbraio.
Al momento, secondo il sottosegretario all’Istruzione, sono stati affidati più di 500 appalti.
Arch. Antonietta Salierno by Informazionetecnica.it