Secondo caso in Italia e tra i pochi in Europa, il primo edificio che compone il campus milanese di DATA4 acquisisce una delle massime certificazioni in tema di efficienza energetica e sostenibilità ambientale.
Prosegue il piano di certificazione per il Campus Digitale di Cornaredo inaugurato nel marzo 2016 da DATA4. Dopo la ISO 9001, la ISO 27001 e l’assegnazione ANSI TIA 942 livello Tier IV/ Rating 4 che ne ha attestato la qualità infrastrutturale garantendo un livello di continuità dei servizi (SLA) del 99,999%, il gruppo francese ottiene un’ulteriore importante certificazione: LEED Gold per il primo datacenter realizzato all’interno del sito tecnologico.
LEED è lo standard di certificazione energetica e di sostenibilità più diffuso al mondo: un insieme di criteri sviluppati negli Stati Uniti e applicati in oltre 130 paesi del mondo per la progettazione, costruzione e gestione di edifici sostenibili dal punto di vista ambientale, sociale, economico e della salute.
“Il riconoscimento LEED Gold, che rappresenta uno dei massimi rating dello standard, conferma come gli investimenti in Italia da parte di DATA4 siano indirizzati a creare, fin dalle fasi progettuali, datacenter caratterizzati da eccellenza qualitativa, non solo in termini di prestazioni e affidabilità, ma anche dal punto di vista dell’efficienza energetica e della sostenibilità ambientale”, ha dichiarato Olivier Micheli, CEO di DATA4.
Nove aziende salernitane del settore arredo parteciperanno al Fuorisalone, l’evento del Salone del Mobile nell’ambito del Milano Design Week in programma dal 4 al 9 aprile p.v. a Milano.
L’iniziativa, organizzata dal Gruppo Design, Tessile, Sistema Casa di Confindustria Salerno, prevede una mostra espositiva dei prodotti di design delle aziende salernitane nell’ Area 35 Factory, in via Vigevano 35 – Zona Tortona.
In esposizione gli oggetti “made in Salerno” frutto dell’incontro tra le aziende manifatturiere e i giovani designer campani. Tra essi sono presenti i tre progetti vincitori* del Young Factory Design, concorso di idee indirizzato ad architetti, designer e progettisti under 40 realizzato lo scorso dicembre.
“Abbiamo inteso dare continuità – dichiara Valeria Prete, Presidente del Gruppo Design, Tessile, Sistema Casa di Confindustria Salerno – al Concorso non solo realizzando i progetti dei partecipanti ma esponendoli nella più grande e prestigiosa vetrina del mobile che è il Fuorisalone. Questo perché crediamo fortemente che anche le piccole e medie aziende del nostro territorio possano realizzare prodotti innovativi, di qualità e di design valorizzando le abilità professionali dei progettisti locali. Da questo connubio nascono prodotti “made in Salerno” dalla progettazione all’esecuzione che immettiamo sul mercato nazionale e internazionale.”
Di seguito la lista delle aziende, dei designer e dei prodotti in esposizione al Fuorisalone:
Hebanon - Fratelli Basile di Nocera Superiore espone la madia “Gallery” e il tavolo “Sweden” (designer Rita Mazzeo), entrambi della linea lusso presenti anche al Salone del Mobile;
Cianciullo Marmi di Salerno espone Meandro, un pannello lavorato in marmo di Jessica G. Di Mare e Tommaso Cossu e un set di piatti in marmo progettati da Diego Granese (in gara per IKA 2016_ Olimpiadi della Cucina in Erfurt - Germania);
Fornace De Martino di Ogliara presenta “ Ricordi del Sud”*, un rivestimento in ceramica lavorata progettata da Libero Rutilio;
Lamberti Design di Cava de’ Tirreni espone l’appendiabiti modulare “Costellazioni”* di Antonietta Memoli, Paolo Casaburi e Maria Luna Nobile;
Opus Mosaici di Castel San Giorgio espone le mattonelle “Ribben” progettate da Area 22;
Manifatture Tessili Prete presenta Kubbik*, una parete divisoria in legno e tessuto di Tommaso Auletta e Giuseppe Capasso;
A4 Design & Contract di Olevano sul Tusciano & Rinaldi Group di Giffoni Valle Piana espongono Be Relax, un divano componibile ideato dall'Architetto Alessandra Pedone;
Tekla – Porte e finestre di Sarno espone la porta Clunk di Giuseppe Miele.
Stimolo per il mercato dell'affitto commi 53 e 54 dell'articolo 1 della legge di stabilità 2016 (n. 208/ '15) hanno introdotto una riduzione Imu e Tasi per gli immobili locati attraverso i contratti concordati».
Lo ha precisato ieri Assoedilizia-Confedilizia a margine della diffusione dei dati relativi agli effetti sui singoli contribuenti della riduzione citata. Insomma, uno stimolo sembra per il mercato dell'affitto, soprattutto nelle gradi aree urbanizzate.
Su Milano per esempio il valore di risparmio medio rispetto al 2015 è pari a 450 euro.
Le proiezioni di Assoedilizia sui risparmi possibili per i proprietari che affittano sono stati calcolati su immobili-tipo situati nei capoluoghi di Provincia della Lombardia.
Sono interessate a questo sgravio tre tipologie di contratti di locazione:
i contratti agevolati, della durata di 3 anni più 2 di rinnovo, i contratti per studenti universitari, di durata da 6 mesi a 3 anni, i contratti transitori, di durata da 1 a 18 mesi, se stipulati nei Comuni nei quali il canone deve essere stabilito dalle parti applicando gli Accordi
territoriali (aree metropolitane di Roma, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Napoli, Torino, Bari, Palermo, Catania;
Comuni confinanti con tali aree; altri Comuni capoluogo di provincia).
«Si tratta ha dichiarato il presidente di Assoedilizia Achille Colombo Clerici di una misura che rappresenta quell'inversione di tendenza nella tassazione degli immobili locali che Assoedilizia-Confedilizia chiedeva da tempo.
La consideriamo insieme con le altre misure di riduzione delle imposte sulla casa previste dalla Legge di stabilità un punto di partenza per un cammino, che dovrà proseguire, di graduale ma continua correzione degli errori da anni compiuti in tema di tassazione degli immobili, anche se un ulteriore sforzo dovrebbe riguardare la fiscalità degli immobili non abitativi introducendo, anche per questi ultimi, la cedolare secca».
Colombo Clerici: «È un punto di partenza per un cammino. Un ulteriore sforzo dovrebbe riguardare la fiscalità degli immobili non abitativi»
Contribuire a risolvere situazioni difficili della città. E’ la filosofia che ispira l’Associazione Architetti per Milano (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. - www.archxmi.org) che ha inviato, a firma del Presidente prof. Alberico B. Belgiojoso, già docente del Politecnico, una lettera a professionisti e imprenditori milanesi sul PGT Piano di Governo del Territorio (ex Piano Regolatore) e sul Regolamento Edilizio.
Critiche e suggerimenti che l’Associazione vorrebbe fossero considerati anche dai candidati Sindaco di Milano.
Non è la prima volta che l’Associazione si impegna in iniziative che possiamo definire di utilità sociale, agendo sugli Enti Pubblici. Ha per esempio affrontato negli anni scorsi questioni come lo spostamento del Palazzo di Giustizia, la formazione del Piano di Governo del Territorio, le pubblicità che coprono i ponti della Ferrovia sui Navigli e il degrado delle periferie, tra i più importanti trattati.
Oggi ha intrapreso, in rapporto con altre Istituzioni culturali milanesi e con la Consulta Interprofessionale, un lavoro di verifica e revisione delle problematiche poste dalla attuazione del Piano di Governo del Territorio e dalla entrata in vigore del nuovo Regolamento Edilizio.
È infatti emerso che questo insieme di norme presenta notevoli difficoltà di interpretazione e di uso per gli operatori, gli immobiliaristi, i costruttori, i professionisti.
Secondo l’Associazione, le contraddizioni e i problemi riscontrati si possono superare introducendo alcune formulazioni, atte a chiarire e a semplificare alcuni punti essenziali, tra i quali:
norme morfologiche: le prescrizioni per le nuove volumetrie in relazione alle situazioni circostanti, altezze, allineamenti, ecc.;
procedure chiare per i cambi d’uso in riferimento alle aree di intervento e agli indici relativi; i costi variano secondo le dimensioni delle aree e possono diventare antieconomici in certe condizioni; è una questione che si presenta, ad esempio, quando si tratti di adibire ad abitazioni - di cui a Milano c’è un gran bisogno - palazzi originariamente destinati ad uffici la cui offerta, invece, è nettamente superiore alla domanda;
miglioramenti nel funzionamento della macchina comunale, per semplificare sia il compito degli uffici, che le procedure per gli operatori e per i progetti.
Altra questione di notevole rilievo l’ERS (Edilizia Residenziale Sociale). Spicca l’ambiguità fra leggi nazionali, regionali, e norme comunali. Inoltre la questione di quando conviene conservare l’esistente, ristrutturandolo, e quando è invece più conveniente abbattere e ricostruire, con l’ulteriore vantaggio di adottare le moderne tecnologie di risparmio energetico.
Sempre su questo tema: la verifica dei bonus volumetrici. Se ad esempio un proprietario di casa decide di effettuare lavori di contenimento energetico (pannelli solari, coibentazioni e quant’altro) può ottenere in compenso un aumento di volume dell’unità immobiliare. Ma in alcuni casi ciò non è possibile, o è sconsigliabile; deve perdere il bonus? Perché allora non sostituire tale beneficio con sconti sugli oneri o sulle tasse comunali?
Altro tema da sempre a cuore dei milanesi la ricostruzione delle ultime case bombardate. Le ferite della guerra sul volto della città, come si è usi definirle, dovrebbero venire sanate in tutti i modi, consentendo, ad esempio, la stessa volumetria precedente, oggi modificata sia dalle nuove normative edilizie sia dai cambiamenti urbanistici subiti dall’area.
L’Associazione Architetti per Milano inoltre mette in discussione l’obbligo delle revisioni strutturali e delle indagini sugli operatori che potrebbero avere proprietà di edifici vuoti; propone la semplificazione del procedimento di bonifica, la limitazione ad un solo ente del confronto, l’introduzione di norme che incentivino l’uso di nuove tipologie edilizie, l’obbligo per il progettista a relazionare il suo progetto alla Commissione del Paesaggio esonerando i tecnici comunali da questo importante momento di confronto. Con risparmio di tempo per tutti.
L'incontro vuole essere un'opportunità di confronto con Daniel Libeskind, l'architetto che ha introdotto una nuova visione critica dell’architettura e recentemente ha progettato la Terza Torre di CityLife a Milano.
Nel corso dell'incontro si parlerà dell'impegno di SDA Bocconi nel Real Estate nell'ambito del nuovo Executive Master in Finance che ha l'ambizione di formare i nuovi leader della finanza.
Daniel Libeskind presenterà anche il libro "Libeskind Tower Milano" edito da Skira.
La partecipazione è gratuita previa registrazione online. L'evento sarà in lingua italiana con un servizio di traduzione simultanea.
Iniziativa organizzata dall’area Amministrazione, Controllo, Finanza Aziendale e Immobiliare di SDA Bocconi School of Management.
Data Evento: 02 Febbraio 2016, 18:00 - 21:00
Con questa politica, anzi con questa pluridecennale mancanza di politica immobiliare in Italia abbiamo isterilito l'economia e la fiscalita' dell'intero comparto legato agli immobili abitativi.
Questi, da elemento vitale dell'economia, dell'edilizia e dell'urbanistica sono diventati un peso morto.
Un Paese che presenta prevalentemente abitazioni principali in proprieta', trattate fiscalmente come si e' fatto in Italia, e' un paese nel quale meta' degli immobili sono ingessati: non producono gettito tributario, si tratti di imposte dirette o indirette ; non danno luogo all'indotto economico produttivo derivante dalla mobilita' abitativa connessa al sistema della locazione ( adeguamenti edilizio-tecnologici, rammodernamenti sul piano edilizio, attivita' di mediazione, attivita' di allestimento di interni, attivita' collegata alla location. es. traslochi etc. ); impediscono in prospettiva ogni operazione di rinnovamento edilizio ed urbano.
Questa sterilita' economica si accompagna ad una rigidita' della mobilita' abitativa che non e' esattamente quello di cui ha bisogno un paese moderno che voglia essere competitivo sul piano internazionale.
Ma il grave e' che, avendo lo Stato scaricato di fatto sulla fiscalita' immobiliare l'intero onere del finanziamento dei bilanci comunali, di fatto risulta che meta' degli immobili italiani in generale e 2/3 di quelli abitativi in particolare non concorrono a pagare le spese comunali legate ai servizi di cui godono: il cui costo finisce per ricadere sulle spalle dei possessori della restante meta' degli immobili, rimasta soggetta al pagamento delle imposte comunali.
L'alleggerimento del carico fiscale dell'Imu e della Tasi, per i casi meritevoli di tale provvidenza, avrebbe dovuto realizzarsi non attraverso una esenzione diretta dall'obbligo di pagare al comune, bensi' attraverso una detrazione integrale del relativo costo dalle imposte erariali.
Solo in tal modo si sarebbe potuta conseguire una vera equita' fiscale connessa, non alle condizioni oggettive dell'immobile ( definizione catastale), ma alle condizioni economiche soggettive del contribuente; salvaguardando nel contempo l'equilibrio dei conti delle pubbliche amministrazioni comunali.
Urge dunque l'attuazione di una politica di forte rilancio della locazione tout court, attraverso un serio alleggerimento del carico fiscale, realizzato mediante misure lineari per tutto il comparto locativo e non selettive, basate sui differenziali fiscali e stabilite solo per i contratti di locazione concordati.
Caldaie sporche: quasi 2.400 multe, una su quattro ancora fuorilegge, il teleriscaldamento cresce del 10%. Per gli oppositori dei blocchi al traffico veicolare, il riscaldamento di case e uffici è il principale imputato per l'allarme inquinamento. E l'indicazione che arriva da tutti è: bisogna potenziare il teleriscaldamento.
Questo è anche uno dei principali obiettivi del «Paes», il Piano di azione per l'energia sostenibile e il clima di Palazzo Marino, il cui lungo iter di adozione è ancora in corso.
Il traguardo del documento è il 2020. Per quella data il Comune punta ad abbattere le emissioni di anidride carbonica di almeno il 20 per cento.
L'area di intervento principale è proprio quella degli edifici.
Le parole d'ordine: efficientamento, riqualificazione energetica ed estensione della rete di teleriscaldamento.
In particolare quest'ultima dovrà raggiungere fra cinque anni 150 mila appartamenti.
Il risultato per l'ambiente sarebbe rappresentato da una riduzione delle emissioni di anidride carbonica pari a 139mila tonnellate rispetto ai valori del 2005, anno preso come riferimento.
Ma a che punto siamo? Ad oggi, stagione termica 2015-2016, secondo i dati dell'amministrazione comunale, il servizio di teleriscaldamento è cresciuto del 10 per cento rispetto a un anno fa. Sono allacciati alla rete di A2A oltre 100mila «appartamenti equivalenti» (pari a circa 80 metri quadri), venti edifici comunali (da Palazzo di Giustizia alla Biblioteca Sormani) a cui a breve si aggiungeranno la sede centrale della polizia locale, Palazzo Reale, gli uffici di via Dogana, il Duomo e la Veneranda Fabbrica. Numeri che si traducono in circa 51mila tonnellate di anidride carbonica evitate,
ovvero il 43 per cento dell'obiettivo finale del Piano. Non solo. Se si passa ad esaminare i dati del 2014 si vede come l'implementazione del teleriscaldamento abbia consentito un abbattimento generale degli inquinanti, evitando l'immissione nell'aria di 4,3
tonnellate di polveri sottili, di 84 mila tonnellate di CO2, di 108,8 tonnellate dí ossidi di azoto, di 39,5 tonnellate di anizdride solforosa, oltre a un minor
consumo di 29 mila tep,ovvero tonnellate equivalenti di petrolio.
Altro fronte di intervento è l'attività di ispezione ad impianti e centrali termiche. Nel 2014 il Comune ha effettuato in media l'8 per cento di controlli.
Pari al 13 per cento in più di quanto previsto dalla legge. regionale. Un risultato che vede Milano come «unica città o provincia lombarda a superare il 5 per cento», sottolineano da Palazzo Marino. L'esito dei controlli sono 2.338 ordinanze per non conformità di impianti e centrali termiche tra ottobre 2014 e ottobre 2015. In pratica: un impianto su quattro risulta fuori norma. La maggior parte delle irregolarità è legata a questioni di sicurezza.
Per Achille Colombo Clerici, presidente di Assoedilizia, che rappresenta i proprietari immobiliari, la «colpevolizzazione» degli impianti di riscaldamento privati «è frutto di un giudizio sommario e unilaterale e rappresenta una "via di comodo" per la pubblica amministrazione».
E ricorda: «Da anni i proprietari immobiliari milanesi sono impegnati ad ottemperare a norme di leggi regionali e ad ordinanze comunali, e ora si sentono dire che il maggior responsabile dell'inquinamento atmosferico continua ad essere il riscaldamento degli edifici».
«C'è da fare molto ancora e di diverso afferma prima di colpevolizzare gli impianti condominiali: questi la loro parte l'hanno già fatta, ora si realizzi il resto. Il principale responsabile dell'inquinamento da Pm10 è altrove. Non nell'uso degli impianti privati condominiali di riscaldamento, ma nella circolazione di veicoli inquinanti pubblici e privati, nel sollevamento delle polveri sottili in strade che non vengono lavate, negli impianti
obsoleti pubblici».
150 le migliaia di alloggi che tra cinque anni dovrebbero entrare nella rete per essere teleriscaldati 100 le migliaia di alloggi «equivalenti» che sono oggi teleriscaldati, in crescita sul 2014.
Provvedimento: Il Comune ha invitato i negozi ad abbassare il riscaldamento e a non usare dispositivi che tengano le porte aperte.
Inquinamento atmosferico. Achille Colombo Clerici, presidente di Assoedilizia che rappresenta i proprietari immobiliari dichiara:
« Da anni ed anni i proprietari immobiliari milanesi sono impegnati ad ottemperare a norme di leggi regionali e ad ordinanze comunali che hanno via via imposto:
- il cambio dei buciatori delle caldaie pur perfettamente funzionanti, ma non rispondenti a parametri di efficienza fissati in modo apodittico con formule tecniche indecifrabili da parte del cittadino;
- lavori edilizi di adattamento dei locali caldaie conseguenti alle opere tecniche eseguite.
- l'installazione delle valvole di termoregolazione del riscaldamento, nonche' di contabilizzazione del calore.
- la riduzione della temperatura a 19 gradi e dell'arco di riscaldamento giornaliera a 12 ore ( misure straordinarie anti inquinamento )
Ora, si sentono dire che il maggior responsabile dell' inquinamento atmosferico continua ad essere il riscaldamento degli edifici, compresi quelli condominiali e corrono il rischio di dover ulteriormente abbassare la temperatura degli ambienti domestici 'colpevolizzati' e di stare piu' al freddo.
Riteniamo che questa posizione, risulti frutto di un giudizio sommario e unilaterale e rappresenti una 'via di comodo' per la pubblica amministrazione. C'e' da fare molto ancora e di diverso, prima di colpevolizzare gli impianti condominiali: questi la loro parte l'hanno gia' fatta, ora si realizzi il resto. »
Possiamo ritenere che nelle aree metropolitane italiane, e Milano è tra queste, il principale responsabile dell’inquinamento da Pm10, sia altrove, non nell'uso degli impianti privati condominiali di riscaldamento: ma nella circolazione di veicoli inquinanti pubblici e privati, nel sollevamento delle polveri sottili in strade che non vengono lavate, negli impianti obsoleti pubblici .
Una buona parte dell’inquinamento prodotto dal traffico su gomma è dovuto ad auto diesel di vecchio tipo, prive di filtro antiparticolato, la cui circolazione andrebbe vietata; e al fatto che le particelle prodotte dall’ usura dei freni e delle gomme si depositano sull’asfalto e vengono riportate nell’aria ad ogni passaggio di veicolo. Perciò, in assenza di pioggia, le strade andrebbero lavate.
Certo, il riscaldamento civile ha la sua parte di responsabilità nella produzione di smog: ma quasi la metà di questo è dovuta al riscaldamento a legna (camini, stufe, forni) che non sono certo utilizzati dai condomini.
I proprietari di casa nei condomini, hanno fatto sforzi economici considerevoli per ridurre l’inquinamento dell’aria. Non la stessa cosa si può dire per molti edifici pubblici che utilizzano ancora oggi impianti di riscaldamento vetusti, addirittura caldaie ad olio combustibile. E, mentre la gran parte delle famiglie ha obbedito all’ordinanza antismog del Comune che impone una temperatura massima di 19° e la riduzione a 12 ore del riscaldamento, in parecchi uffici, anche pubblici, si toccano i 23-24°.
Il quartiere Bicocca a Milano ospita i luoghi e segni urbanistici che segnano centinaia di anni di storia e oggi contribuiscono a determinare la nuova identità del quartiere, modificandone in senso positivo la fruizione e la percezione. Esempio di recupero edilizio di successo nel quartiere è la sede del Gruppo Prysmian, leader mondiale nel settore dei cavi e dei sistemi ad alta tecnologia per l’energia e le telecomunicazioni. Al posto di uno stabile dismesso appartenente all’ex Ansaldo nella vecchia zona industriale della Bicocca, sorgerà infatti la nuova sede della società con lo scopo di riunire i 700 dipendenti attualmente sparsi sul territorio milanese. Concepito come un tipico opificio lombardo, l’edificio è realizzato con grande attenzione al risparmio energetico e alla riduzione dell’impatto sul territorio, anche grazie all’utilizzo di energia da fonti rinnovabili. La progettazione attenta ha portato a concepire uno spazio che non consuma suolo, ma si realizza sul costruito. Certificata secondo i canoni internazionali Leed Platinum, la sede sarà dotata di ampi spazi verdi: gli uffici saranno intervallati, da grandi “serre” da utilizzare come aree di relazione, per la sosta, per il caffè, per riunioni informali, donando alla struttura illuminazione naturale. In queste zone saranno realizzati dei veri e propri giardini, con vegetazione e bacini d’acqua. Con questi obiettivi, uniti a quello della massima efficienza energetica, i progettisti hanno selezionato le unità per l’impianto di climatizzazione del nuovo HQ, che si basa su 2 unità FOCS2-W/CA-E di Climaveneta. La versione ” CA- E” è caratterizzata da efficienze che superano la “Classe A” per Eurovent. Le scelte tecnologiche adottate assicurano la riduzione al minimo dei costi di esercizio e quindi un rapidissimo ritorno dell’investimento.
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Sara Di Clemente
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Il 25 giugno prossimo, a Milano, è in programma la quarta edizione di mcTER Forest, la giornata verticale dedicata a soluzioni, tecnologie, componenti per impianti alimentati a biomassa, anche in assetto cogenerativo.
Il settore delle biomasse è in crescita: secondo uno studio condotto dall’Eea (Agenzia europea per l’ambiente) l’Italia nel 2020 sarà uno tra i paesi europei più ricchi di bioenergia, unitamente a Francia, Germania, Spagna, Polonia e Romania. La biomassa destinata all’uso energetica, che nel 2010 ha fornito il 7,5% del consumo, nel 2020 riuscirà a fornire ben il 10% di energia.
Le opportunità per il settore sono in continuo aumento e la giornata mcTER Forest sarà ancora una volta la giusta occasione per fare il punto sullo stato dell’arte della filiera, conoscere le ultime novità del settore, gli aggiornamenti normativi, le analisi del comparto, le più avanzate soluzioni applicative e garantire nuove opportunità di business.
La nuova edizione dell’evento Forest – collegato in passato all’importante programma Europeo Forest - Fostering Efficient Long Term Supply Partnership concluso nel 2012 e concepito per diffondere la cultura del calore da biomassa, è organizzata da EIOM unitamente a CTI (Comitato Termotecnico Italiano), con il patrocinio di FIPER (Federazione Italiana Produttori di Energia da Fonti Rinnovabili), e il supporto promozionale de La Termotecnica (leader nel settore a livello nazionale) e della “Guida Biomasse – Bio-Gas” e di “Energia e Dintorni”, rivista del CTI.
La formula della giornata verticale, che può contare inoltre sulla partecipazione di primarie aziende del settore, centri di ricerca e massimi esperti, prevede una sessione congressuale mattutina curata da CTI, un’area espositiva e una serie di workshop tecnico-applicativi organizzati dalle aziende partecipanti che avranno modo di presentare ai partecipanti le migliori soluzioni del momento.
mcTER Forest negli anni ha raggiunto importanti risultati dimostrandosi un appuntamento di assoluto livello nel panorama del settore, e anche per quest’anno sarà affiancato da diversi appuntamenti sinergici, ad iniziare dal famoso mcTER - appuntamento di riferimento dedicato alle tematiche della Cogenerazione in ambito industriale e civile; e dalla terza edizione di mcTER Bio-Gas – dedicata ai biocombustibi gassosi.
Quest’anno la concomitanza anche della seconda edizione di mcTER Pompe di Calore (evento verticale dedicato a Pompe di Calore e geotermia) andrà a creare, nella stessa location e a esclusivo beneficio degli operatori, un concentrato di soluzioni - per stimolare nuovi ed esclusivi contatti tra gli espositori presenti e i tanti visitatori qualificati previsti in visita.
Tra le aziende che hanno già confermato la loro partecipazione alle giornate mcTER ricordiamo i Platinum Sponsor, quali ABB, AB Energy, Electratherm, Energ G, 2 G Italia, Ingeco, Intergen.