Sono 79 i mezzi aziendali a zero emissioni operativi sul territorio di Aosta: dopo i 23 veicoli di Quendoz Srl, utilizzati per i servizi di igiene urbana ad Aosta, Exelentia Srl trasforma in green il parco circolante di Cogne Acciai Speciali - CAS, fornendo ben 56 mezzi elettrici da lavoro per il trasporto delle persone e delle merci Grazie all’attenzione e sensibilità al tema della mobilità sostenibile da parte del Comune, della Regione e della CAS, Aosta diventa sempre più green.
Con 79 veicoli elettrici da lavoro il capoluogo della regione autonoma rappresenta una best practice a livello nazionale, specie se questo dato è parametrato sul numero totale di veicoli comunali con motorizzazione termica circolanti e con la dimensione contenuta del territorio comunale.
Il nuovo parco veicoli a zero emissioni di CAS sostituisce i mezzi oramai obsoleti e non più sostenibili, garantendo il contenimento delle emissioni nocive e il risparmio sui costi di gestione. I 56 GOUPIL (mod.G3) tutti dotati di motorizzazione elettrica, sono stati scelti da CAS perché unici nel loro genere per la mobilità elettrica da lavoro, robusti e affidabili per il trasporto delle persone e delle merci.
EXELENTIA srl è il leader europeo nell’importazione, distribuzione e assistenza del marchio GOUPIL, ma anche di tutti i modelli del Gruppo POLARIS INDUSTRIES; ha infatti fornito in esclusiva tutti i veicoli elettrici per la mobilità interna dell’EXPO 2015. Già da settembre 2014 la società Quendoz sta utilizzando 23 mezzi GOUPIL per l’igiene urbana ad Aosta.
La sfida della mobilità sostenibile si gioca sempre più nelle amministrazioni pubbliche come Aosta, attente con la mobilità elettrica a contenere le emissioni nocive (PM10, PM2,5 etc) e quindi a migliorare la qualità dell’aria respirata dalla cittadinanza, ma anche desiderose di ridurre le spese di gestione, di assicurazione e manutenzione del proprio parco circolante.
Dai risultati della nona edizione dell’Osservatorio sulle 50 Città Italiane dedicato alla mobilità sostenibile, realizzato da Euromobility per il Ministero dell’Ambiente, si evidenzia tra l’altro che: - ad Aosta la qualità dell’aria per quanto riguarda il PM10 e l’NO2 continua a migliorare in maniera significativa di anno in anno.
- In contropartita gli spostamenti “sostenibili” avvengono purtroppo quasi esclusivamente in auto (94%). A Bolzano, la più virtuosa città d’Italia in tal senso, la percentuale è solo del 30%. Ciò significa che le abitudini di spostamento ad Aosta sono più difficili da modificare che altrove. Ma anche che bisogna investire in cultura della mobilità sostenibile, anche utilizzando i Mobility Manager comunali e di area.
- Nel 2015 ENEA ed EUROMOBILITY con un’importante ricerca nazionale hanno dimostrato che i comuni italiani che hanno valorizzato le figure dei mobility manager hanno ottenuto sempre, e in breve tempo, benefici ambientali ed economici.
- Ulteriore best practice di Aosta è la mobilità elettrica che fa capo ai servizi comunali. I servizi di igiene urbana infatti vengono effettuati esclusivamente con veicoli 100% elettrici, un dato ancor più virtuoso se parametrato all’estensione del territorio e al totale numero di veicoli circolanti. Aosta è leader nei servizi comunali effettuati con veicoli elettrici.
“I nostri veicoli elettrici – sottolinea Giovanni Zappia, Amministratore di Exelentia - grazie alle loro caratteristiche tecniche sono in grado di ridurre i costi di gestione e manutenzione di oltre il 60% rispetto ad un equivalente con motore termico. Nati per il lavoro grazie alla loro semplicità costruttiva, insieme al livello tecnologico raggiuto dalle batterie, permettono da una parte la riduzione dell’inquinamento, dall’altra di azzerare quasi i costi di manutenzione ordinaria e di contenere al massimo quelli straordinari”.
Con il persistere della congiuntura negativa e della crisi economica, le amministrazioni pubbliche come Aosta e aziende come la CAS oltre a dare il buon esempio alla cittadinanza, ottengono benefici sostenibili (economici e ambientali) tangibili e misurabili anche solo dopo poche settimane di utilizzo di un veicolo elettrico.
Exelentia è un “facilitator” della mobilità 100% elettrica per il lavoro. Con i suoi servizi consulenziali nel campo della mobilità sostenibile si distingue nel panorama europeo per le attività di vendita, post-vendita, allestimenti e personalizzazioni altamente efficienti, con certificazioni in linea con tutte le normative italiane ed internazionali. Oltre alla vasta gamma in pronta consegna di veicoli 100% elettrici ed ibridi, dispone di una speciale divisione interna denominata Electric Special Vehicle – ESV, un reparto che trasforma i mezzi elettrici con allestimenti speciali su specifiche fornite dalla clientela.
La grande esperienza acquisita negli anni vede Exelentia srl depositaria di un know how unico a livello europeo, con un parco consegnato di oltre 600 veicoli elettrici (venduti o noleggiati) che soddisfa le esigenze di Comuni, aziende municipalizzate, imprese e privati, anche per l’assistenza, la manutenzione, i ricambi e le personalizzazioni.
I brand che distribuisce ed assiste sono:
TOYOTA Auto Body
GOUPIL
GEM
POLARIS
Caldaie sporche: quasi 2.400 multe, una su quattro ancora fuorilegge, il teleriscaldamento cresce del 10%. Per gli oppositori dei blocchi al traffico veicolare, il riscaldamento di case e uffici è il principale imputato per l'allarme inquinamento. E l'indicazione che arriva da tutti è: bisogna potenziare il teleriscaldamento.
Questo è anche uno dei principali obiettivi del «Paes», il Piano di azione per l'energia sostenibile e il clima di Palazzo Marino, il cui lungo iter di adozione è ancora in corso.
Il traguardo del documento è il 2020. Per quella data il Comune punta ad abbattere le emissioni di anidride carbonica di almeno il 20 per cento.
L'area di intervento principale è proprio quella degli edifici.
Le parole d'ordine: efficientamento, riqualificazione energetica ed estensione della rete di teleriscaldamento.
In particolare quest'ultima dovrà raggiungere fra cinque anni 150 mila appartamenti.
Il risultato per l'ambiente sarebbe rappresentato da una riduzione delle emissioni di anidride carbonica pari a 139mila tonnellate rispetto ai valori del 2005, anno preso come riferimento.
Ma a che punto siamo? Ad oggi, stagione termica 2015-2016, secondo i dati dell'amministrazione comunale, il servizio di teleriscaldamento è cresciuto del 10 per cento rispetto a un anno fa. Sono allacciati alla rete di A2A oltre 100mila «appartamenti equivalenti» (pari a circa 80 metri quadri), venti edifici comunali (da Palazzo di Giustizia alla Biblioteca Sormani) a cui a breve si aggiungeranno la sede centrale della polizia locale, Palazzo Reale, gli uffici di via Dogana, il Duomo e la Veneranda Fabbrica. Numeri che si traducono in circa 51mila tonnellate di anidride carbonica evitate,
ovvero il 43 per cento dell'obiettivo finale del Piano. Non solo. Se si passa ad esaminare i dati del 2014 si vede come l'implementazione del teleriscaldamento abbia consentito un abbattimento generale degli inquinanti, evitando l'immissione nell'aria di 4,3
tonnellate di polveri sottili, di 84 mila tonnellate di CO2, di 108,8 tonnellate dí ossidi di azoto, di 39,5 tonnellate di anizdride solforosa, oltre a un minor
consumo di 29 mila tep,ovvero tonnellate equivalenti di petrolio.
Altro fronte di intervento è l'attività di ispezione ad impianti e centrali termiche. Nel 2014 il Comune ha effettuato in media l'8 per cento di controlli.
Pari al 13 per cento in più di quanto previsto dalla legge. regionale. Un risultato che vede Milano come «unica città o provincia lombarda a superare il 5 per cento», sottolineano da Palazzo Marino. L'esito dei controlli sono 2.338 ordinanze per non conformità di impianti e centrali termiche tra ottobre 2014 e ottobre 2015. In pratica: un impianto su quattro risulta fuori norma. La maggior parte delle irregolarità è legata a questioni di sicurezza.
Per Achille Colombo Clerici, presidente di Assoedilizia, che rappresenta i proprietari immobiliari, la «colpevolizzazione» degli impianti di riscaldamento privati «è frutto di un giudizio sommario e unilaterale e rappresenta una "via di comodo" per la pubblica amministrazione».
E ricorda: «Da anni i proprietari immobiliari milanesi sono impegnati ad ottemperare a norme di leggi regionali e ad ordinanze comunali, e ora si sentono dire che il maggior responsabile dell'inquinamento atmosferico continua ad essere il riscaldamento degli edifici».
«C'è da fare molto ancora e di diverso afferma prima di colpevolizzare gli impianti condominiali: questi la loro parte l'hanno già fatta, ora si realizzi il resto. Il principale responsabile dell'inquinamento da Pm10 è altrove. Non nell'uso degli impianti privati condominiali di riscaldamento, ma nella circolazione di veicoli inquinanti pubblici e privati, nel sollevamento delle polveri sottili in strade che non vengono lavate, negli impianti
obsoleti pubblici».
150 le migliaia di alloggi che tra cinque anni dovrebbero entrare nella rete per essere teleriscaldati 100 le migliaia di alloggi «equivalenti» che sono oggi teleriscaldati, in crescita sul 2014.
Provvedimento: Il Comune ha invitato i negozi ad abbassare il riscaldamento e a non usare dispositivi che tengano le porte aperte.
L'intera superficie esterna e parte degli interni di "Palazzo Italia", l'edificio simbolo di Expo 2015, saranno costruiti utilizzando il nuovo cemento biodinamico, che contiene TX Active, il principio attivo "mangia smog".
Il cemento autopulente, diventato negli ultimi anni il materiale-simbolo del grande architetto americano Richard Meier, è nato nei laboratori di Italcementi grazie all'impegno del chimico Luigi Cassar, direttore della ricerca del gruppo.
Il Tx Active oggi viene riconosciuto nella sua capacità d'innovazione con una candidatura alla finale degli European inventory Award dell' Epo, l'European patent Office, nella categoria "Industry":
L'invenzione di Cassar e del suo team non ha solo il vantaggio di mantenere il cemento pulito nel tempo, neutralizzando gli agenti inquinanti che altrimenti procurerebbero una decolorazione della superficie, ma è anche in grado di depurare l'aria, assorbendo ed eliminando spontaneamente smog, vernici, spray e altri contaminanti organici e inorganici. Per mantenersi pulito il materiale sfrutta la fotocatalisi, una reazione fotochimica generata dalle proprietà fotoattive del biossido di titanio, in quanto la luce solare o artificiale (agente scatenante) viene assorbita dal biossido di titanio che a sua volta attiva le molecole di ossigeno presenti nell'aria. L'ossigeno attivato agisce sui contaminanti, scomponendoli e trasformandoli in nitrati e carbonati, che vengono poi facilmente lavati via con l'acqua della pioggia.
Come tutti i materiali in grado di attivare un processo di ossidazione, anche il cemento fotocatalitico è quindi antinquinante e antibatterico; basta un sottile strato di questo materiale per attivare un processo di auto-pulizia della superficie trattata e dell'aria che la circonda, tanto che il cemento mangia-smog si usa ormai anche per la pavimentazione di strade. Posato come massello di cemento o come un sottile strato di malta sul bitume, a seconda del tipo di strada, il cemento fotocatalitico ha dimostrato la capacità di decomporre gli scarichi delle automobili, dimezzando i livelli di ossidi di azoto nelle aree interessate al trattamento. Inizialmente lo scopo della ricerca era quello di mantenere il cemento pulito, senza le macchie causate negli anni dall'inquinamento dell'aria.
Cassar si è concentrato sulle proprietà autopulenti del cemento, imbrigliando l'energia del sole per scomporre le sostanze nocive prima ancora che attaccassero la superficie di cemento. La scoperta che l'ossidazione delle superfici riduceva anche gli inquinanti dell'aria circostante è stato un effetto collaterale.
Il banco di prova è stato la costruzione della cattedrale del Giubileo (Chiesa Dives in Misericordia, progettata dell'architetto Richard Meier) a Roma con tre grandi vele bianche di cemento. Durante la costruzione della chiesa si è avuta la conferma scientifica che l'aria attorno alla nuova struttura era meno inquinata di prima, in quanto il chimico Cassar ha potuto misurare una riduzione degli ossidi di azoto addirittura dell'80%.
Un architetto col suo lavoro può contribuire a restituire dignità e sostenibilità a un territorio, a un quartiere, a una terra.
Il 12 aprile è stato ufficialmente presentato alla città di Guastalla, in provincia di Reggio Emilia, il progetto vincitore per un nuovo asilo, a firma dell’architetto bolognese Mario Cucinella. Mario Cucinella è intervenuto affermando che: “Per progettare un asilo nido e una scuola d'infanzia è necessario che s’incontrino e dialoghino discipline diverse come l'architettura, la pedagogia, la psicologia, l'antropologia. La qualità degli spazi dipende da come questi saperi riescono a interagire tra loro. La costruzione di ambienti per i più piccoli può essere uno spunto di riflessione sul ruolo dell'architettura, che non è solo materia da riviste patinate ma può diventare strumento educativo poichè lo spazio condiziona i comportamenti, e i bambini cresciuti in un ambiente confortevole, stimolante e adatto alle loro esigenze saranno adulti più consapevoli”.
Il nuovo edificio sostituirà i due nidi d’infanzia danneggiati dal sisma del maggio 2012 e ospiterà 120 bambini fino ai tre anni d’età. “Creare uno spazio a misura di bambini e insegnanti, sostenibile, accogliente e sicuro come un vero e proprio nido in cui cominciare a esplorare il mondo - ha detto l'assessore ai Lavori pubblici Elisa Rodolfi - è stata la filosofia alla base del progetto vincitore, una filosofia apprezzata e condivisa dal Comune di Guastalla che proprio sul tema della sostenibilità, della sicurezza e del servizio al cittadino ha improntato il piano di lavoro per la ricostruzione post-sisma, in cui la nuova struttura per l'infanzia si inserisce”.
I punti di forza del progetto dell’asilo di Cucinella in Emilia riguardano l’utilizzo di materiali naturali e riciclati, a basso impatto ambientale, l’uso del legno nella struttura portante (escluse le fondazioni che saranno in calcestruzzo armato), il recupero dell’acqua piovana, l’inserimento di ampie superfici vetrate per sfruttare al massimo l’illuminazione naturale e l’installazione di un impianto fotovoltaico.
dai principi della qualità dell'architetturae non solo dal prezzo; è un bel segnale perché quando il committente cerca la qualità, gli architetti vincono. E investire nella qualità consente anche di far crescere le generazioni di architetti”.
Sull’idea guida di questa nuova scuola per l’infanzia ha risposto sempre Cucinella: “Pur con un sistema normativo molto rigido, a Guastalla è stato possibile fare un edificio che avevo immaginato come la balena di Pinocchio, utilizzando il legno e grandi superfici vetrate. Se la scuola è il luogo dell'educazione, lo spazio e l'edificio stesso sono una forma di educazione. Resta nella memoria, come a me è rimasta nella memoria il mio asilo, che poi ho scoperto era stato realizzato da Giuseppe Vaccaro, un architetto razionalista.
E poi la scuola non sono solo le mura, gli spazi, qui ho progettato un giardino sensoriale: i profumi, l'altezza delle piante, tutto è studiato per attivare i sensi dei bambini.
Notiziario Architettura By Antonietta Salierno
Gran parte del processo di smaltimento e/o riciclaggio in Germania è gestito direttamente dalle industrie, costrette a formulare sempre più nuovi sistemi, atti a ridurre le dispersioni e facilitare le operazioni. La Germania è in testa alle altre nazioni europee in termini di riciclo, con una percentuale di circa il 70%, che viene recuperata e riutilizzata con successo ogni anno. La strategia vincente Zero Waste è frutto della collaborazione tra le parti del governo, l’industria e i cittadini, parti attive nella prevenzione, recupero e smaltimento dei rifiuti, compatibilmente con l'ambiente.
LA PRODUZIONE DI IMBALLAGGI
L’obiettivo primario di Zero Waste è quello di ridurne la quantità, o facilitarne la cernita, produrre emissioni più basse possibili e minimizzare gli sprechi. La riduzione dei rifiuti è perciò la priorità assoluta, a monte di un’elevata produzione annua, incoraggiando le imprese a partecipare attivamente e, qualora non fosse possibile, ad assicurarne il riciclaggio o la conversione in energia; infine, i rifiuti che non possono essere recuperati dovranno essere smaltiti in modo sicuro, per l'ambiente. Nel 1991, la Germania ha adottato il decreto “Verordnung über die Vermeidung von Verpackungsabfällen” (Ordinanza sulla prevenzione dei rifiuti di imballaggio) il quale impone a tutti i produttori di raccogliere e, quindi, riciclare o riutilizzare le confezioni dopo che sono state smaltite dai consumatori; le aziende diventano responsabili per i loro imballaggi fino al termine del loro ciclo di vita, incoraggiati a confezionare merci con meno materiali, in modo da minimizzare i costi di riciclo e smaltimento. L'ordinanza si concentra sul miglioramento di tre categorie di imballaggi: • imballaggi per il trasporto (casse e scatole di spedizione);
• imballaggio secondario (cassette non essenziali);
• l'imballaggio primario (involucri che vengono a contatto con il prodotto, come i tubetti del dentifricio).
I produttori pagano una quota per diventare membro del Duales System Deutschland GmbH ed essere quindi autorizzati a stampare il marchio Der Grüne Punkt (Punto Verde) su tutti i loro imballaggi, garantendone la qualità. Le tasse vengono decise in base al materiale, il peso e il numero di elementi che lo compongono. Il DSD prende in considerazione anche quanto costerà raccogliere, ordinare, trattare e riciclare i diversi materiali. Attualmente, il sistema Punto Verde è utilizzato da più di 130.000 aziende in 25 paesi europei. PRO Europe, l'organizzazione per i sistemi di gestione dei rifiuti di imballaggio europee, segnala che 3,2 milioni di tonnellate di rifiuti di imballaggi commerciali tedeschi sono state recuperate nel 2007, oltre l’88% di tutte le confezioni prodotte in Germania quell’anno (secondo un rapporto dell'EPA sui rifiuti solidi urbani, nel 2007, gli Stati Uniti sono stati in grado di recuperare solo il 43% circa di tutti i contenitori e imballaggi prodotti quell'anno).
IMPIANTI E DISCARICHE
Una volta raccolti i rifiuti, la maggior parte è trasferita direttamente ad un impianto di smistamento, dove le parti riciclabili vengono separate a quelle non riciclabili. I materiali che, principalmente, vanno agli impianti di smistamento sono carta e cartone, imballaggi, prodotti tessili e calzature, rifiuti ingombranti, rifiuti pericolosi, rottami metallici, elettronici e batterie.
Da un impianto di cernita, il materiale viaggia in direzioni diverse, ad esempio: la carta va in cartiera, il vetro va a un impianto di trasformazione e successivamente in vetreria, i capi d’abbigliamento ai distributori di seconda mano. Tutto ciò che non può essere riciclato verrà incenerito o sottoposto a trattamento meccanico/biologico, prima di essere portato in una discarica. Nel 1970, la Germania contava circa 50.000 discariche, oggi sono meno di 200, grazie a normative più severe e una richiesta in calo.
Le discariche autorizzate in Italia sono circa 269, ma se ne stimano altrettante migliaia abusive.
Durante l’incontro presso Montecitorio de “L’Italia del Riciclo 2013” il presidente del Consiglio Esperti Ambientale tedesco Martin Faulstich, ha evidenziato un immediato paragone con l’Italia, a fronte dei più recenti dati ISPRA sul diverso approccio delle due parti al problema comune, della notevole produzione di rifiuti urbani. Sono qui riportati i parametri a confronto tra le due nazioni. Germania:
• Discarica 5%
• Incenerimento 35%
• Riciclaggio 45%
• Compostaggio 15%
Italia:
• Discarica 45%
• Incenerimento 20%
• Riciclaggio 20%
• Compostaggio 15%
La nazione tedesca sta lavorando per diventare un paese rifiuti zero entro il 2020, pronta a conquistare l'ultima frontiera nel campo della sostenibilità. Entro il 2030, spera di trovare un modo per riutilizzare ogni elemento presente nei prodotti. Il raggiungimento di questo obiettivo rifiuti zero renderebbe il paese al 100% sostenibile ed eliminerebbe totalmente la necessità di avere discariche.
Redazione Notiziario Tecnico by Arch. Antonietta Salierno
Italian Climate Network al lavoro per creare un documento operativo basato sul principio incluso dalla Convenzione Quadro ONU sui Cambiamenti Climatici. Brocchieri (ICN): serve un'agenda per definire concretamente cosa significa il diritto ad un pianeta sicuro per le generazioni future.
Nasce in Italia il think-tank giovanile sull'equità intergenerazionale, ideato da Italian Climate Network (ICN) con il sostegno di WWF Italia, che ha già visto l'adesione delle prime associazioni: Luiss Sostenibile, Young Professionals in Foreign Policy - Rome, TILT e Futuredem.
«L'equità intergenerazionale è il principio secondo cui il pianeta debba essere consegnato alle generazioni future in condizioni non peggiori rispetto a quelle in cui l'abbiamo ereditato: ciò si traduce nel diritto delle generazioni future di abitare un pianeta vivibile e di usufruire dello stesso tipo di risorse di cui possono beneficiare le generazioni attuali». Queste le parole di Federico Brocchieri, 22 anni, ideatore dell'iniziativa e coordinatore della Sezione Giovani di ICN.
«WWF appoggia in pieno questo importante lavoro che nasce proprio da un gruppo di giovani e giovanissimi, coloro che più di tutti rischiano in futuro di confrontarsi con un mondo stravolto dal cambiamento climatico. E' chiaro che si dovrà far di tutto sia per fornire loro gli strumenti per far fronte agli impatti ormai inevitabili e, soprattutto, per impedire che si raggiunga e si superi il livello di guardia: dobbiamo restare ben al di sotto dell'aumento medio della temperatura globale di 2°C», ha commentato Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del WWF Italia.
Gli obiettivi concreti del think-tank includono un pacchetto di proposte per declinare il principio di equità intergenerazionale in ognuna delle cinque aree d'interesse: ambiente, economia, diritto internazionale, salute, politiche giovanili. Prosegue Brocchieri: «come principio, l'equità intergenerazionale esiste già sia nella Dichiarazione di Rio che nella Convenzione Quadro sui Cambiamenti Climatici: il think-tank lavorerà per garantirne l'applicazione affinché diventi operativa nel nuovo accordo globale, accordo che sulla base della roadmap attuale dovrà essere raggiunto entro la COP21 di Parigi. Si tratta di un progetto ambizioso: l'equità intergenerazionale fino ad oggi è stata presa in considerazione senza tuttavia indurre al necessario cambio di paradigma.
L'iniziativa sarà lanciata nelle prossime settimane con un evento istituzionale organizzato da ICN e WWF Italia, e i risultati dei lavori presentati al pubblico durante una conferenza stampa conclusiva; le relazioni saranno poi tradotte in inglese e trasmesse al working group di YOUNGO sull'equità intergenerazionale, e presentate infine ai negoziatori nel corso della COP20 di Lima e della COP21 di Parigi, tappa, quest'ultima, cruciale per garantire un nuovo accordo globale in tema di riduzione delle emissioni di gas serra, accordo che dovrebbe entrare in vigore dal 2020.
Nel corso delle COP, i giovani delegati di YOUNGO porteranno a compimento quanto pianificato nel corso dell'anno mettendo in atto una vera e propria attività di pressione sui decisori politici, supportata da elaborazioni tecniche, politiche ed economiche, per spingere i negoziatori ed i policy-maker ad intraprendere azioni concrete volte a fronteggiare il cambiamento climatico e a proteggere le generazioni future.
Dato il ruolo che rivestirà l'Italia nella COP20 di Lima, in quanto nel semestre di presidenza UE, il documento redatto dai giovani italiani avrà un'importanza rilevante per mostrare l'impegno del nostro paese nel trovare soluzioni pratiche per un risultato positivo dei negoziati. «Affinché il documento sia il più efficace possibile puntiamo ad allargare la partecipazione del think-tank a tutti i giovani rappresentanti della società civile che intendono partecipare: tutte le associazioni giovanili interessate a dare un contributo pratico sono benvenute, oltre che necessarie, per supportare questo importante lavoro, di qualsiasi ispirazione siano. Speriamo che l'iniziativa sia presa in considerazione anche dal Ministero dell'Ambiente, a livello europeo e infine dalla COP», conclude Brocchieri.
Dall’8 aprile in mostra i progetti finalisti della quarta edizione di JTI Clean City Lab, contest internazionale di design ideato e realizzato da JTI (Japan Tobacco International) in collaborazione con Future Concept Lab, con il Patronato di Regione Lombardia e il Patrocinio del Comune di Milano.
Cento studenti di quattro prestigiose scuole internazionali di design - Politecnico di Milano, Chelsea College of Arts - University of the Arts London, IED Barcellona (I+ED Lab) e HEAD di Ginevra - si sono cimentati nell’ideazione e nello sviluppo di progetti di comunicazione finalizzati ad aumentare la consapevolezza dei fumatori sull’impatto delle loro abitudini sull’ambiente, per modificarne i comportamenti e ridurre la dispersione dei mozziconi in città.
I giovani creativi hanno lavorato da dicembre a marzo per presentare a una giuria di esperti composta da esponenti del mondo dei media, della comunicazione e dell’arte i loro concept di strumenti e campagne di comunicazione. I dodici progetti in mostra sono stati selezionati da Marco Magnifico, Vice Presidente Esecutivo del FAI - Fondo Ambiente Italiano, Carlo Montanaro, Direttore di Style e Dove, e Cristina Paciello, Direttore Marketing del Teatro alla Scala. Rappresentano la continuità con le precedenti edizioni la presenza in giuria di PierCarlo Alessiani, Presidente e Amministratore Delegato di JTI Italia, e Francesco Morace, Presidente di Future Concept Lab.
Tra le numerose e innovative campagne di comunicazione presentate, si è aggiudicato il primo premio, #epicmoment, progetto sviluppato da un gruppo di studenti del Politecnico di Milano: Mattia Geraci, Matteo Palmieri, Francesco Paleari e Gaia Satta. #epicmoment ha convinto all’unanimità la giuria “per la capacità di trasformare un obbligo (cercare un contenitore adeguato per il mozzicone) in un momento epico, felice e conviviale. La possibilità di una declinazione sul web rappresenta una bella opportunità di far circolare un virale on-line, attraverso un messaggio virtuoso e coinvolgente”.
Secondo classificato This is not a small problem di Joana Pereira e Anibal Tapias studenti di IED Barcelona (I+ED Lab) “per la potenza comunicativa del messaggio, chiaro e diretto”; mentre il terzo premio va a Listen to your butt di Billy Osborne della Chelsea College of Arts - University of the Arts London “per l’originalità poetica ed emozionale del messaggio”.
Due le menzioni speciali: I was a cigarette butt di Alejandra Chinolla, Amparo Cativiela, Belén Páliz e Claudia Guevara (IED Barcelona), e 2-10 di Matt Ashmore (Chelsea College of Arts London).
“Siamo orgogliosi dell’evoluzione del contest ed entusiasti dei progetti presentati quest’anno - afferma PierCarlo Alessiani -. Le edizioni precedenti ci hanno regalato progetti innovativi e di grande impatto, in grado di esprimere gli ideali di sostenibilità di JTI. Ci siamo resi conto, però, che i posacenere tascabili o fissi non bastano: è necessario stimolare tra i cittadini una riflessione sull’impatto dei loro comportamenti sull’ambiente urbano. Quest’anno, grazie anche all’esperienza degli anni passati, abbiamo spostato l’attenzione sulla comunicazione e la promozione di comportamenti virtuosi, coinvolgendo gli studenti in questa ricerca”.
I vincitori, insieme agli altri progetti finalisti, saranno esposti presso La Triennale di Milano – Triennale Lab dall’8 al 13 aprile al aprile. L’allestimento della mostra è a cura dallo studio Vicente Garcia Jimenez & Cinzia Cumini.JTI Clean City Lab è stato realizzato da JTI in collaborazione con Future Concept Lab, istituto di ricerca e consulenza strategica specializzato in marketing, previsione ed elaborazione di tendenze di consumo.
Lanciato nel 2010, JTI Clean City Lab ha l’obiettivo di favorire il confronto sul modello di “città del futuro”, una città che sia aperta e rispettosa delle diverse scelte compiute dalle persone. Nella prima edizione, JTI Clean City Lab ha chiesto agli studenti di pensare al posacenere tascabile del futuro; nella seconda di realizzare un posacenere da esterno; nella terza, lo scorso anno, di ideare un’area urbana in cui far convivere cittadini fumatori e non.
Quasi tutte le Regioni italiane si trovano sotto la media continentale e stentano a tenere il passo con i Paesi che hanno dimostrato maggiore attenzione ai processi che conducono un'idea innovativa a diventare un solido business È probabile che la parola "innovazione" sia uno dei termini di cui i media, le aziende, i politici e gli accademici hanno più abusato negli ultimi anni. Eppure è ancora oggi la più grande speranza per l'Italia non solo a livello economico ma anche a livello sociale e organizzativo: vestito da un passato glorioso ma debilitato da un costante spostamento verso l'estero di ricchezze intellettive, il nostro Paese non può che affidarsi a scintille di possibile futuro rappresentate da incubator, imprenditori, studenti e ricercatori sparsi in tutte le regioni italiane. L'Italia non brilla in Europa per la competitività e l'innovazione delle proprie Regioni, come certificato dall'ultimo studio dell'Unione Europea EU Regional Competitiveness Index (RCI 2013). Tra gli altri, esistono due enormi problemi da risolvere: la possibilità concreta di proporre le proprie idee, facendole valutare ad esperti dell'ambito in cui si sviluppano, e quella di trovare il finanziamento iniziale per fare di un'idea una possibile realtà di domani. In questo contesto, l'iniziativa di privati e aziende diventa complemento indispensabile a quello che le Istituzioni (a tutti i livelli) dovrebbero fare: creare un collegamento tra i finanziamenti e le buone idee con evidenti risvolti di business. Il progetto Edison Start, l'iniziativa che l'azienda ha ideato in occasione del suo 130° compleanno, mostra quanto l'azienda punti sull'iniziativa dei giovani come pilastro per il rilancio dell'Italia : un concept innovativo che riguarderà persone fisiche (studenti e non), start up, micro e piccole imprese e organizzazioni non profit che svolgono la propria attività da almeno 2 anni.
TUTTE LE IDEE AD ALTO IMPATTO
Sono tre ambiti essenziali per definire il livello di competitività del sistema Italia, settori in cui si concentrerà la competizione dei prossimi anni e che hanno risvolti pratici non solo sulla vita economica di una Nazione, ma anche del suo tessuto sociale, del suo modo di approcciare i prossimi decenni. Edison finanzierà le migliore iniziative di ogni categoria con 100.000 euro, per un totale di 300.000 euro. In particolare si potranno presentare le proprie idee riguardo:
• Energia: soluzioni e tecnologie innovative per risparmiare le risorse energetiche, consumare meglio e meno, garantire l'accesso all'energia a un numero crescente di persone in modo sostenibile, sia dal punto di vista ambientale che economico
; • Sviluppo sociale e culturale: progetti e iniziative, anche di carattere culturale, che attivino opportunità di sviluppo imprenditoriale, che siano economicamente sostenibili e che abbiano un impatto sociale in termini di inclusione, partecipazione e cooperazione;
• Smart communities: progetti per il miglioramento della qualità della vita domestica e della comunità cui si appartiene come, per esempio, la gestione dei rifiuti, la mobilità, l'architettura sostenibile e la domotica.
Grazie alla piattaforma www.edisonstart.it online dal 13 gennaio scorso al prossimo 31 marzo, i soggetti coinvolti possono proporre le proprie idee in 3 delle aree tematiche più promettenti.
Tre tutor online, attraverso un video, introducono il tema ai candidati e forniscono alcuni consigli pratici sulla miglior formula di presentazione dei progetti. I progetti pervenuti entro il 31 marzo saranno valutati da un Comitato di esperti Edison e partner universitari e i vincitori saranno decretati il 15 ottobre 2014. Per facilitare lo sviluppo dei progetti, inoltre, Edison offrirà ai finalisti e ai vincitori un'attività di supporto e consulenza da parte di un team dedicato: un modo per aiutare concretamente anche "dopo" la partecipazione e vittoria.
Redazione Notiziario Tecnico
by Antonietta arch. Salierno