Scatterà il 23 aprile 2014 alle ore 10.00 il via libera alle domande per accedere ai 100 milioni di euro del Bando per interventi di miglioramento dell’efficienza energetica nelle imprese di Calabria, Campania, Puglia e Sicilia. Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.">
La data di apertura del Bando (DM 5 dicembre 2013), è stata decisa dal Ministero dello Sviluppo economico con il Decreto 19 marzo 2014, che fissa anche le modalità di istruttoria delle domande e i successivi adempimenti a carico delle imprese. Già dal 15 aprile 2014 le imprese potranno avviare la fase di compilazione della domanda e dei relativi allegati Il Bando destina gli incentivi ai programmi integrati di investimento finalizzati alla riduzione ed alla razionalizzazione dell’uso dell’energia primaria nei cicli di lavorazione e/o di erogazione dei servizi svolti all’interno di unità produttive esistenti e localizzate in una delle Regioni Convergenza (Calabria, Campania, Puglia, Sicilia).
L'agevolazione consiste in un finanziamento senza interessi con ammortamento della durata di 10 anni a far data dal momento del completamento del programma d’investimento (data erogazione a saldo del finanziamento concesso). Il massimale agevolabile è pari al 75% del costo ammissibile del programma d’investimento. Il restante 25% deve essere apportato dal beneficiario a titolo di mezzi propri e/o di indebitamento bancario non coperto da alcuna agevolazione pubblica. Le risorse sono destinate alle imprese costituite da almeno due anni e iscritte nel Registro delle imprese, e in regola con le norme fiscali, edilizie, della sicurezza. Il 60% dei 100 milioni stanziati è riservato ai programmi proposti da micro, piccole o medie imprese.
Nell’ambito dei questo 60%, è prevista una sotto-riserva del 25% per le micro e piccole imprese. I programmi di investimento ammissibili devono prevedere il cambiamento fondamentale del processo di produzione svolto all’interno di un’unità produttiva esistente, tale da ridurre i consumi di energia primaria almeno del 10%. Gli interventi agevolabili sono: a) isolamento termico degli edifici al cui interno sono svolte le attività economiche (es. rivestimenti, pavimentazioni, infissi, isolanti, materiali per l’eco-edilizia, coibentazioni compatibili con i processi produttivi); b) razionalizzazione, efficientamento e/o sostituzione dei sistemi di riscaldamento, condizionamento, alimentazione elettrica ed illuminazione, anche se impiegati nei cicli di lavorazione funzionali alla riduzione dei consumi energetici (es. building automation, motori a basso consumo, rifasamento elettrico dei motori, installazione di inverter, sistemi per la gestione ed il monitoraggio dei consumi energetici); c) installazione di impianti ed attrezzature funzionali al contenimento dei consumi energetici nei cicli di lavorazione e/o di erogazione dei servizi; d) installazione, per sola finalità di autoconsumo, di impianti per la produzione e la distribuzione dell’energia termica ed elettrica all’interno dell’unità produttiva oggetto del programma d’investimento, ovvero per il recupero del calore di processo da forni e/o impianti che producono calore, o che prevedano il riutilizzo di altre forme di energia recuperabile in processi ed impianti che utilizzano fonti fossili.
Tra le spese ammissibili vi sono: opere murarie (max 40% dell’investimento complessivo ammesso); acquisto ed installazione di impianti, macchinari ed attrezzature (nuovi); acquisto di prodotti software funzionali al monitoraggio dei consumi energetici (per le grandi imprese ammesso solo il 50% della spesa sostenuta); servizi di consulenza funzionali alla definizione di diagnosi energetiche e/o alla progettazione esecutiva, alla direzione dei lavori, al collaudo degli interventi da realizzare ed ai relativi oneri di sicurezza, nonché alla progettazione ed implementazione di sistemi di gestione energetica (solo per le PMI). Non sono ammissibili: i programmi costituiti da investimenti di mera sostituzione di impianti, macchinari e attrezzature; i programmi realizzati, in tutto o in parte, con la modalità del "contratto chiavi in mano" o della locazione finanziaria. I programmi di investimento devono prevedere spese ammissibili compresi tra 30mila e 3 milioni di euro. I lavori dovranno essere ultimati entro 12 mesi dalla data di concessione del contributo. Le agevolazioni saranno concesse a sportello. La chiusura dello sportello sarà disposta con provvedimento del Direttore generale per gli incentivi alle imprese e comunicata nel sito internet del Ministero e nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana. La domanda di agevolazioni con la documentazione indicata deve essere firmata digitalmente e inviata, pena l’invalidità, a partire dalle ore 10.00 del 23 aprile 2014, attraverso un’apposita procedura informatica accessibile dalla sezione “Bando Efficienza Energetica” del sito del Ministero dello Sviluppo economico. arch. Antonietta Salierno Informazionetecnica.it
Lo sviluppo della tecnologia porta con sé nuove opportunità in ambito commerciale, tecnologico e imprenditoriale. Ma è solo l'inizio
Una stampante 3D portatile in funzione all'Indian Institute of Science realizza una statuetta del personaggio "Yoda" nel corso di "Pravega 2014", festival della scienza e della tecnologia del Bangalore
La stampa in 3D ha le potenzialità per rivoluzionare qualsiasi cosa facciamo. Compreso, concordano gli esperti , il modo di lavorare. Ecco quali sono le dieci professioni emergenti che beneficieranno dello sviluppo della nuova tecnologia. Innazitutto, la stampa 3D ha bisogno di designer in grado di trasformare l'idea di un prodotto in un prototipo tridimensionale. Siccome la stampa 3D sarà utilizzata in una molteplicità di settori, i designer non solo devono sapere come funziona la stampa 3D, ma essere sempre aggiornati sulle modalità con cui le aziende utilizzano la nuova tecnologia.
Nuove posizioni si apriranno anche per gli esperti Cad applicato al design in 3D. Si tratta di una figura professionale in grado di trasformare il design di un prodotto in un progetto digitale per la nuova generazione di stampanti. Saranno sempre più richiesti modellatori Cad esperti di 3D, con competenze relative a vincoli geometrici, dimensioni caratteristiche e conoscenza dei materiali. La stampa 3D, inoltre, avrà un grande successo nell'ambito della tecnologia da indossare – scarpe, accessori, abiti – e saranno soprattutto la moda e il design dei gioielli a trarre vantaggio da queste innovazioni. E' dunque possibile che si apriranno posizioni per chi opera nella ricerca e sviluppo, a cavallo fra tecnologia e prodotti finiti per il consumatore. Il futuro è roseo anche per specialisti in modellismo in ambito biologico e scientifico. Il settore medicale, infatti, sarà interessato dalla stampa in 3D soprattutto in relazione alle protesi ai tessuti umani . Saranno richiesti, dunque, ingegneri, designer, modellatori con un background in ambito scientifico e medicale per la produzione di 3D avanzati.
In campo imprenditoriale si apriranno delle opportunità per chi vuole offrire servizi e personalizzazione nella stampa 3D. Il prezzo delle stampanti, compreso in media fra duemila e quattromila dollari, è perfettamente accessibile e chiunque abbia una conoscenza della stampa 3D può iniziare un business di stampa fisico o via web. Per chi preferisce avere alle spalle una struttura, inizia a prendere corpo l'ipotesi del franchising: secondo Forbes , Ups ha appena lanciato un progetto pilota per intercettare i bisogni di stampa 3D, attraverso lo sviluppo di una catena in franchising che potrebbe soddisfare le esigenze dei clienti locali. Infine, anche l'ambito amministrativo e gestionale sarà interessato dalla stampa 3D, perché la crescita del business richiederà professionisti della contabilità, delle vendite, della comunicazione, in grado di occuparsi del business dietro le quinte.
La stampa 3D avrà un impatto molto importante su architettura e costruzioni. L'avvento della nuova tecnologia, dunque, renderà sempre più indispensabili professionisti in grado di tradurre progetti in 2D in modelli in 3D. Anche la formazione sarà interessata dall'arrivo del 3D, perché serviranno sempre di più professori ed esperti in grado di insegnare aspetti tecnici e di business della stampa 3D. Avvocati ed esperti in ambito legale saranno chiamati in causa per gestire diritti e proprietà intellettuali legati alla nuova tecnologia che renderà più facile creare prodotti o parti di prodotti pirata o modificati.
Notiziario Tecnico by Arch. Antonietta Salierno
Ancora oggi la movimentazione dei carichi è uno dei principali problemi per la salute e la sicurezza dei lavoratori. Infatti, eseguite nel ciclo lavorativo della quasi totalità delle attività, le operazioni di trasporto o di sostegno dei materiali sono condizioni sfavorevoli che possono comportare rischi di patologie da sovraccarico biomeccanico. Per questo il legislatore ha stabilito l’obbligo, per ogni datore di lavoro, di ricorre all’adozione di mezzi appropriati per evitare la movimentazione manuale dei carichi da parte dei lavoratori. In effetti, alla luce del fatto che attualmente sono disponibili sistemi di movimentazione estremamente efficienti e alla portata di tutti, è stato ritenuto opportuno limitare al massimo l’uso della forza dell’uomo per tutte quelle operazioni che possono pregiudicare l’incolumità dei lavoratori. Tuttavia, in quanto attrezzature soggette a influssi che possono provocare deterioramenti e dare origine a situazioni pericolose, anche i carrelli elevatori, come ogni altra attrezzatura di lavoro, devono necessariamente essere sottoposti a controlli e a interventi periodici volti ad assicurare il buono stato di conservazione e l’efficienza ai fini della sicurezza, sia da parte degli utilizzatori che dal personale qualificato.
NOTIZIARIO SICUREZZA by ARCH. Antonietta SALIERNO
Due miliardi da sbloccare ma intanto si partirà facendo decollare davvero quei 150 milioni previsti dal «decreto del fare» insieme ai 300 milioni (100 milioni l'anno per il triennio 2014-2016) affidati direttamente all'INAIL sempre dal «decreto del fare» per la messa in sicurezza degli edifici scolastici. Se si aggiungono altri 60 milioni già disponibili per l'Inail dal 2012, ecco che si arriva a quei 500 milioni che i collaboratori di Renzi considerano la prima tranche da cui partire per i lavori della prossima estate annunciati dal premier. Quando Matteo Renzi parla di due miliardi a disposizione per l'edilizia scolastica, sa bene di cosa parla: un rapporto ministeriale di monitoraggio dei fondi spiega con precisione minuziosa come 2.164 milioni siano bloccati (e dispersi) in dieci differenti piani che sono stati lanciati dal 2002 a oggi. Migliaia di progetti spesso finanziati e non partiti oppure risorse stanziate e mai assegnate o ancora procedure appena avviate come quella per i 150 milioni disposti dal «decreto del fare» già assegnati a 692 interventi per cui proprio il governo Renzi venerdì scorso ha dovuto varare una norma di proroga al 30 aprile 2014 del termine fissato al 28 febbraio per l'aggiudicazione degli appalti: come ha detto il ministro Giannini, 485 progetti su 692 erano in ritardo e rischiavano il definanziamento.Renzi vuole rimettere sui binari giusti e accelerare il piano che aveva lanciato. Renzi farà riferimento anche per quel che riguarda i poteri speciali da attribuire ai commissari che dovranno tentare di accelerare gli interventi: il Miur sta infatti mettendo a punto, d'intesa con Palazzo Chigi, il testo del Dpcm che definisce i poteri derogatori. I commissari saranno gli stessi sindaci o i presidenti di provincia. Rispondono a cinque diverse norme i piani localizzati per competenza al ministero dell'Istruzione. I 100 milioni della legge 183/2011 (articolo 33, comma 3) sono totalmente fermi: il 60% va destinato a messa in sicurezza, adeguamento antisismico e ricostruzione in Emilia-Romagna. Sempre dalla stessa legge, ma al comma 8 dell'articolo 33, arrivano i 98 milioni confluiti nel fondo unico del Miur ripartiti per 38 milioni destinati a interventi da realizzarsi tramite fondi immobiliari e per 60 milioni all'Emilia-Romagna. Ci sono poi altri 70.662.703 euro derivanti dal decreto legge 137/2008 e da revoche di risorse bloccate che pure sono confluiti nel fondo unico e dovranno essere ripartiti fra le regioni Emilia- Romagna, Lombardia e Veneto. Altri 20 milioni dalla legge finanziaria 2008 e devono essere ripartiti con un Dpcm su cui la Conferenza unificata ha sollevato diverse obiezioni. Per chiudere il conto del Miur ci sono poi i 150 milioni del «decreto del fare» (69/2013) di cui si è già detto. Anche le Regioni hanno una dote in forma di mutui trentennali da 40 milioni annui dal 2015 che per ora si traducono in una disponibilità effettiva per 150 milioni. Anche qui le domande sono già arrivate ma il collegamento con le risorse non è così automatico. C'è anche la dote del ministero delle Infrastrutture e del Cipe che si è concretizzata finora in due differenti piani straordinari, a loro volta articolati in due stralci. Il primo piano è stato avviato nel 2002 e prevede due stralci rispettivamente per un importo di 488 e 110 milioni. Questi due piani stralcio hanno pianificato 1.592 interventi di cui 536 completati (per un valore di 148 milioni di euro), 822 in corso di esecuzione (per un valore di 258 milioni di euro), 234 da avviare (per un valore di 82 milioni di euro). Il secondo programma straordinario, a sua volta articolato in due stralci, è più recente e prevede 3.515 interventi finanziati con 617 milioni del Fondo sviluppo e coesione: finora erogato il 39% pari a 235,5 milioni.
Redazione informazione tecnica.it by Antonietta Salierno
Se è funzionale allo svolgimento dell'attività d'impresa, anche un impianto fotovoltaico è considerato spesa ammissibile ai sensi dell’agevolazione “Beni strumentali”, cosiddetta “Nuova Sabatini”. Questo è quanto risulta dalla sezione FAQ relativa alla "Nuova Sabatini", lo strumento istituito dall’articolo 2 del "Dl Fare" (Dl n. 69/2013) e finalizzato ad accrescere la competitività del sistema produttivo migliorando l’accesso al credito delle micro, piccole e medie imprese (PMI). "L'acquisto di un impianto fotovoltaico funzionale allo svolgimento dell'attività d'impresa è considerata spesa ammissibile alle agevolazioni, laddove rientri nel concetto di "impianti", come chiarito nelle varie risoluzioni dell’Agenzia delle entrate (cfr. circolare 19 dicembre 2013 n. 36/E; circolare 19 luglio 2007, n.46/E; circolare 11 aprile 2008, n.38/ E), quindi macchinari, impianti diversi da quelli infissi al suolo, ed attrezzature varie, classificabili nell’attivo dello stato patrimoniale alle voci B.II.2 e B.II.3 dello schema previsto dall’art. 2424 c.c. (Art. 5 DM 27 novembre 2013 - P.to 6 Circolare 10 febbraio 2014 n. 4567)" Alla “Nuova Sabatini”, ricordiamo possono accedere le PMI operanti in tutti i settori produttivi, inclusi agricoltura e pesca, che realizzano investimenti (anche mediante operazioni di leasing finanziario) in macchinari, impianti, beni strumentali di impresa e attrezzature nuove di fabbrica ad uso produttivo, nonché investimenti in hardware, software e tecnologie digitali. Per tutti gli approfondimenti sul meccanismo si veda la pagina dedicata sul sito del ministero per lo Sviluppo economico. Se è funzionale allo svolgimento dell'attività d'impresa, anche un impianto fotovoltaico è considerato spesa ammissibile ai sensi dell’agevolazione “Beni strumentali”, cosiddetta “Nuova Sabatini”. Questo è quanto risulta dalla sezione FAQ relativa alla "Nuova Sabatini", lo strumento istituito dall’articolo 2 del "Dl Fare" (Dl n. 69/2013) e finalizzato ad accrescere la competitività del sistema produttivo migliorando l’accesso al credito delle micro, piccole e medie imprese (PMI). "L'acquisto di un impianto fotovoltaico funzionale allo svolgimento dell'attività d'impresa è considerata spesa ammissibile alle agevolazioni, laddove rientri nel concetto di "impianti", come chiarito nelle varie risoluzioni dell’Agenzia delle entrate (cfr. circolare 19 dicembre 2013 n. 36/E; circolare 19 luglio 2007, n.46/E; circolare 11 aprile 2008, n.38/ E), quindi macchinari, impianti diversi da quelli infissi al suolo, ed attrezzature varie, classificabili nell’attivo dello stato patrimoniale alle voci B.II.2 e B.II.3 dello schema previsto dall’art. 2424 c.c. (Art. 5 DM 27 novembre 2013 - P.to 6 Circolare 10 febbraio 2014 n. 4567)" Alla “Nuova Sabatini”, ricordiamo possono accedere le PMI operanti in tutti i settori produttivi, inclusi agricoltura e pesca, che realizzano investimenti (anche mediante operazioni di leasing finanziario) in macchinari, impianti, beni strumentali di impresa e attrezzature nuove di fabbrica ad uso produttivo, nonché investimenti in hardware, software e tecnologie digitali. Per tutti gli approfondimenti sul meccanismo si veda la pagina dedicata sul sito del ministero per lo Sviluppo economico.
Redazione INFORMAZIONETECNICA.IT
By Arch. Antonietta Salierno
Con 309 sì e nessun voto contrario è approvata la delega che autorizza il governo a riscrivere il sistema fiscale per renderlo “più equo, trasparente e orientato alla crescita”, e senza nuovi oneri per lo Stato Il Governo avrà un anno di tempo per cambiare il volto al fisco italiano, dalla riforma del catasto degli immobili. Viene riformulata la previsione di un regime fiscale agevolato per la messa in sicurezza e la riqualificazione degli edifici. Introduzione degli scontrini detraibili per battere l'evasione e l'ampliamento della possibilità di rateizzare i debiti tributari.
Delega fiscale con il nuovo catasto
La Camera ha definitivamente approvato il Ddl delega fiscale, di iniziativa parlamentare, con 309 sì e nessun voto contrario. Tra le opposizioni, sì anche da Lega Nord e Fdi. La delega fiscale, approvata dopo otto mesi di lavoro, autorizza in pratica il governo a riscrivere il sistema fiscale per renderlo “più equo, trasparente e orientato alla crescita” e senza nuovi oneri per lo Stato. Il relatore del provvedimento, è Daniele Capezzone (Fi), presidente della commissione Finanze alla Camera. Il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, assicura l’impegno del nuovo governo, guidato da Matteo Renzi, ad “attuare quanto contenuto in questa delega”.
Riforma del catasto
La pietra angolare della Delega fiscale è costituita dall'attesa riforma del catasto degli immobili, con l'obiettivo di correggere molte iniquità dell'attuale sistema delle rendite catastali, accentuate a seguito dell'introduzione dell'imposta municipale sperimentale (Imu). Tra i principi e criteri direttivi da applicare per la determinazione del valore catastale degli immobili la delega indica, in particolare, la definizione degli ambiti territoriali del mercato, e la determinazione del valore patrimoniale utilizzando il metro quadrato come unità di consistenza al posto del numero dei vani. La riforma dovrà avvenire a invarianza di gettito, tenendo conto delle condizioni socio- economiche e dell'ampiezza e composizione del nucleo familiare, così come riflesse nell'Isee.
Lotta all'evasione e scontrini detraibili
Altro obiettivo dichiarato, la lotta all'evasione, all'elusione e all'erosione fiscale. Per favorire l'emersione di base imponibile, la delega dispone l'emanazione di disposizioni per dare attuazione al cosiddetto contrasto di interessi fiscali fra contribuenti, ovvero la contrapposizione dell'interesse del venditore con quello del compratore, che comporta l'ampliamento della detraibilità degli scontrini fiscali per combattere l'evasione. Le maggiori entrate rivenienti dal contrasto all'evasione fiscale (al netto di quelle necessarie per il mantenimento degli equilibri di bilancio) e dalla progressiva limitazione dell'erosione fiscale saranno destinate esclusivamente al Fondo per la riduzione strutturale della pressione fiscale, istituito dal decreto-legge n. 138/2011. Al Fondo saranno interamente attribuiti anche i risparmi di spesa derivanti da riduzione di contributi o incentivi alle imprese, che devono essere destinati alla riduzione dell'imposizione fiscale gravante sulle imprese. L'articolo 5 della delega impegna poi il Governo ad attuare la revisione delle attuali disposizioni antielusive con l'obiettivo di disciplinare il principio generale di divieto del cosiddetto abuso del diritto, del quale viene fornita una prima definizione: costituisce abuso del diritto l'uso distorto di strumenti giuridici allo scopo prevalente di ottenere un risparmio d'imposta, ancorché tale condotta non sia in contrasto con alcuna specifica disposizione. La riforma salvaguarda comunque la legittimità della scelta tra regimi alternativi espressamente previsti dal sistema tributario. Per questo, si potrà parlare di abuso del diritto nei casi in cui lo scopo di ottenere indebiti vantaggi fiscali risulti come causa prevalente dell'operazione abusiva; al contrario, se l'operazione (o la serie di operazioni) è giustificata da ragioni extrafiscali non marginali, l'abuso non si configura. L'onere di dimostrare il disegno abusivo in campo fiscale è posto a carico dell'amministrazione finanziaria, mentre grava sul contribuente l'onere di evidenziare valide ragioni extrafiscali alternative o concorrenti che giustifichino il ricorso a tali strumenti.
Contrasto al Gioco d'azzardo
La legge della delega fiscale va anche nella direzione di contrastare il gioco d’azzardo e le «ludopatie», ovvero il gioco d’azzardo patologico. Viene riconosciuto il ruolo dei Comuni nell’autorizzazione delle sale da gioco , che dovranno essere aperte nel rispetto di distanze minime dai luoghi sensibili e secondo una pianificazione improntata alla loro riduzione e concentrazione. E’ prevista la salvaguardia dei regolamenti comunali restrittivi già vigenti. Viene introdotto un meccanismo di autoesclusione dal gioco e il pubblico riconoscimento per le iniziative «noslot», e incrementata la lotta alla criminalità organizzata.
Il Fisco “amico”
C’è anche l'ampliamento dell'istituto del tutoraggio dell'amministrazione finanziaria nei confronti dei contribuenti, in particolare quelli di minori dimensioni e operanti come persone fisiche, per l'assolvimento degli adempimenti, della predisposizione delle dichiarazioni e del calcolo delle imposte. Il sistema del tutoraggio sarà accompagnato dall'istituzione di forme premiali, consistenti in una riduzione degli adempimenti, in favore dei contribuenti che vi aderiscano. E’ Prevista anche la possibilità di invio ai contribuenti, e di restituzione da parte di questi ultimi, di modelli precompilati delle dichiarazioni fiscali. Per stimolare l'adempimento spontaneo degli obblighi fiscali poi, la delega introduce anche norme per favorire un migliore rapporto tra Fisco e contribuenti attraverso forme di comunicazione e cooperazione rafforzata (articolo 6). Le imprese di maggiori dimensioni dovranno costituire sistemi di gestione e controllo del rischio fiscale, con una chiara attribuzione di responsabilità nel sistema dei controlli interni. Tale sforzo darà diritto a meno adempimenti per i contribuenti, con la riduzione delle eventuali sanzioni, e a forme specifiche di interpello preventivo con procedura abbreviata.
Prevista la tutela del contribuente Infatti la delega fiscale prevede la razionalizzazione dell'istituto della conciliazione nel processo tributario, anche per ridurre il contenzioso tributario, e il miglioramento della giurisdizione tributaria con una serie di interventi sulla distribuzione territoriale delle commissioni tributarie e l'ampliamento delle ipotesi in cui il contribuente può stare in giudizio senza assistenza tecnica.
Previsto anche l'uso della posta elettronica certificata per comunicazioni e notificazioni, la semplificazione dell'elezione del Consiglio di presidenza della giustizia tributaria, il rafforzamento della qualificazione professionale dei componenti delle commissioni tributarie.
Le tasse "minori" ed l’ Iva saranno revisionate Tra i compiti del governo la revisione delle cosiddette imposte minori, vale a dire le imposte sulla produzione e sui consumi, di registro, di bollo, ipotecarie e catastali, sulle concessioni governative, sulle assicurazioni e sugli intrattenimenti, privilegiando in particolare la semplificazione degli adempimenti, la razionalizzazione delle aliquote e l'accorpamento o la soppressione di fattispecie particolari. La delega contiene anche i criteri direttivi che il Governo dovrà seguire per la semplificazione dei sistemi speciali Iva nonché l'attuazione del regime del gruppo Iva.
Redazione INFORMAZIONETECNICA.IT
Arch. Antonetta Salierno
Slitta di 6 mesi l'obbligo relativo all'utilizzazione del sistema AVCpass per la verifica telematica dei requisiti nelle gare d'appalto. L'obbligo relativo all'utilizzazione del sistema AVCPass gestito dall'Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture era già scattato con l'1 gennaio 2014 ma si è trattato di una falsa partenza in quanto soltanto poche decine di stazioni appaltanti si sono registrate nella piattaforma informatica. L'articolo 3, comma 1-bis ha previsto il differimento al 30 giugno 2014 del termine previsto dall'articolo 23, comma 5, del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, già prorogato ai sensi dell'articolo 29, comma 11-ter, del decreto-legge 29 dicembre 2011, n. 216, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 febbraio 2012, n. 14, e dell'articolo 5-ter del decreto-legge 26 aprile 2013, n. 43, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 giugno 2013, n. 71. Sono fatti salvi i bandi e gli avvisi di gara pubblicati dall'1 gennaio 2014 fino alla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto.
L'Assemblea del Senato ha approvato in via definitiva il ddl n.1214-B di conversione in legge, con modificazioni, del decreto- legge 30 dicembre 2013, n. 150 (c.d. Milleproroghe) recante "Proroga di termini previsti da disposizioni legislative". E’ stato spostato al 30 giugno 2014 l'obbligo previsto dall'articolo 15, comma 4, del decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 dicembre 2012, n. 221, e successive modificazioni. Per i professionisti l'obbligo di POS era già slittato al 28 marzo 2014, a dopo la tardiva pubblicazione del decreto attuativo che avrebbe dovuto definire le modalità di applicazione dei pagamenti con carte di credito. Decreto che è stato pubblicato solo il 27 gennaio 2014 sulla G.U. n. 21 (Decreto del Ministero dello Sviluppo economico 24 gennaio 2014) e quindi in vigore dal 28 marzo 2014.
Redazione INFORMAZIONETECNICA.IT
Arch. Antonietta Salierno
Lo sblocco totale dei pagamenti a favore delle imprese, l’apertura del credito per le Pmi e il sostegno alle rinnovabili sono le priorità annunciate al Senato. Edilizia scolastica e messa in sicurezza del territorio. Sono alcuni dei punti caldi su cui il neo Governo Renzi intende avviare il suo programma di riforme. Come annunciato nel suo discorso al Senato, il presidente del Consiglio ha sottolineato che, oltre agli interventi di risanamento, il rilancio dell’economia passa per lo sblocco dei pagamenti alle imprese e l’accesso al credito delle piccole e medie imprese. Edilizia scolastica Secondo quanto affermato da Matteo Renzi, il Paese deve ripartire dalle scuole. Per questo motivo non è più ammissibile che li investimenti in edilizia scolastica siano bloccati dal patto di stabilità. A detta di Renzi, Comuni e Province hanno la competenza in materia di edilizia scolastica, ma allo stesso tempo non possono spendere i soldi necessari, perché bloccati da norme “che si preoccupano della stabilità burocratica ma non si rendono conto della stabilità delle aule in cui vanno a studiare i nostri figli”. Renzi ha quindi annunciato l’invio di una lettera agli oltre 8 mila sindaci e ai Presidenti delle Province per chiedere loro di fare il punto della situazione sull’edilizia scolastica. In base alle necessità riscontrate sarà poi avviato un piano straordinario per la loro messa in sicurezza. Pagamenti e credito alle imprese Il neo premier si è impegnato di fronte al Senato allo sblocco totale e non parziale delle risorse necessarie per il pagamento dei debiti che la Pubblica Amministrazione ha nei confronti delle imprese attraverso un diverso utilizzo della Cassa depositi e prestiti. Allo stesso modo, grazie a un rinnovato utilizzo della Cassa depositi e prestiti, Renzi ha affermato che sarà possibile costituire fondi di garanzia per sostenere le piccole e medie imprese che non riescono ad accedere al credito. Dissesto idrogeologico e rinnovabili Renzi ha annunciato che entro marzo sarà varato un piano per il lavoro all’interno del quale ci sarà una specie di piano industriale articolato nei singoli settori. Si partirà dalle energie alternative, intese non semplicemente come il sussidio o intervento su un singolo settore, ma come il bisogno di andare a inventarsi nuovi posti di lavoro, per arrivare alla chimica verde, all’innovazione tecnologica applicata alla ricerca e agli investimenti contro il dissesto idrogeologico in modo da superare la logica dell’emergenza.
NotiziarioTecnico.IT
Redazione Arch. Antonietta Salierno
Quasi tutte le Regioni italiane si trovano sotto la media continentale e stentano a tenere il passo con i Paesi che hanno dimostrato maggiore attenzione ai processi che conducono un'idea innovativa a diventare un solido business È probabile che la parola "innovazione" sia uno dei termini di cui i media, le aziende, i politici e gli accademici hanno più abusato negli ultimi anni. Eppure è ancora oggi la più grande speranza per l'Italia non solo a livello economico ma anche a livello sociale e organizzativo: vestito da un passato glorioso ma debilitato da un costante spostamento verso l'estero di ricchezze intellettive, il nostro Paese non può che affidarsi a scintille di possibile futuro rappresentate da incubator, imprenditori, studenti e ricercatori sparsi in tutte le regioni italiane. L'Italia non brilla in Europa per la competitività e l'innovazione delle proprie Regioni, come certificato dall'ultimo studio dell'Unione Europea EU Regional Competitiveness Index (RCI 2013). Tra gli altri, esistono due enormi problemi da risolvere: la possibilità concreta di proporre le proprie idee, facendole valutare ad esperti dell'ambito in cui si sviluppano, e quella di trovare il finanziamento iniziale per fare di un'idea una possibile realtà di domani. In questo contesto, l'iniziativa di privati e aziende diventa complemento indispensabile a quello che le Istituzioni (a tutti i livelli) dovrebbero fare: creare un collegamento tra i finanziamenti e le buone idee con evidenti risvolti di business. Il progetto Edison Start, l'iniziativa che l'azienda ha ideato in occasione del suo 130° compleanno, mostra quanto l'azienda punti sull'iniziativa dei giovani come pilastro per il rilancio dell'Italia : un concept innovativo che riguarderà persone fisiche (studenti e non), start up, micro e piccole imprese e organizzazioni non profit che svolgono la propria attività da almeno 2 anni.
TUTTE LE IDEE AD ALTO IMPATTO
Sono tre ambiti essenziali per definire il livello di competitività del sistema Italia, settori in cui si concentrerà la competizione dei prossimi anni e che hanno risvolti pratici non solo sulla vita economica di una Nazione, ma anche del suo tessuto sociale, del suo modo di approcciare i prossimi decenni. Edison finanzierà le migliore iniziative di ogni categoria con 100.000 euro, per un totale di 300.000 euro. In particolare si potranno presentare le proprie idee riguardo:
• Energia: soluzioni e tecnologie innovative per risparmiare le risorse energetiche, consumare meglio e meno, garantire l'accesso all'energia a un numero crescente di persone in modo sostenibile, sia dal punto di vista ambientale che economico
; • Sviluppo sociale e culturale: progetti e iniziative, anche di carattere culturale, che attivino opportunità di sviluppo imprenditoriale, che siano economicamente sostenibili e che abbiano un impatto sociale in termini di inclusione, partecipazione e cooperazione;
• Smart communities: progetti per il miglioramento della qualità della vita domestica e della comunità cui si appartiene come, per esempio, la gestione dei rifiuti, la mobilità, l'architettura sostenibile e la domotica.
Grazie alla piattaforma www.edisonstart.it online dal 13 gennaio scorso al prossimo 31 marzo, i soggetti coinvolti possono proporre le proprie idee in 3 delle aree tematiche più promettenti.
Tre tutor online, attraverso un video, introducono il tema ai candidati e forniscono alcuni consigli pratici sulla miglior formula di presentazione dei progetti. I progetti pervenuti entro il 31 marzo saranno valutati da un Comitato di esperti Edison e partner universitari e i vincitori saranno decretati il 15 ottobre 2014. Per facilitare lo sviluppo dei progetti, inoltre, Edison offrirà ai finalisti e ai vincitori un'attività di supporto e consulenza da parte di un team dedicato: un modo per aiutare concretamente anche "dopo" la partecipazione e vittoria.
Redazione Notiziario Tecnico
by Antonietta arch. Salierno
Tutte le gare relative a servizi di architettura e di ingegneria dal 21 dicembre 2013, devono riportare importi a base d'asta determinati con l'applicazione dei parametri contenuti nel Decreto del Ministero della Giustizia 31 ottobre 2013, n. 143 recante "Regolamento recante determinazione dei corrispettivi da porre a base di gara nelle procedure di affidamento di contratti pubblici dei servizi relativi all'architettura ed all'ingegneria" (G.U. 20 dicembre 2013, n. 298). Il monitoraggio condotto, nel Centro Studi ha dimostrato come tale obbligo sia largamente disatteso. Dei 129 bandi pubblicati nel corso del mese di gennaio, appena 14 fanno preciso riferimento a quanto stabilito dal decreto. Poco meno dell'11%! In 19 casi l'importo è stato determinato facendo riferimento ad altre norme. Nella stragrande maggioranza dei casi (96) il bando non specifica in che modo è stata determinata la base d'asta. Il CNI, pertanto, ha assunto l'iniziativa di scrivere una lettera a tutte le stazioni appaltanti che hanno pubblicato bandi irregolari, inviandola per conoscenza all'Autorità di Vigilanza sui Contratti Pubblici, al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, al Ministero della Giustizia e ai presidenti degli Ordini degli Ingegneri delle province interessate. La lettera contiene l'invito a verificare la conformità del bando rispetto al decreto e, in caso di conferma dell'irregolarità, a sospendere la gara. A distanza di 2 mesi, quante stazioni appaltanti hanno adeguato i loro bandi alle nuove prescrizioni previste dal D.M. n. 143/2013?Poche, troppo poche. Il Consiglio Nazionale degli Ingegneri attraverso il monitoraggio condotto dal proprio Centro Studi, ha rilevato il mancato rispetto, da parte delle stazioni appaltanti, del dm sui corrispettivi da porre a base di gara nell'affidamento di servizi relativi all'architettura e all'ingegneria. "Il nostro Centro Studi - ha sottolineato Zambrano, Presidente del CNI - nel corso della sua consueta attività di monitoraggio dei bandi ha riscontrato un elevatissimo numero di irregolarità. Questa situazione è inaccettabile. Invitiamo tutte le stazioni appaltanti a rispettare scrupolosamente la legge. Al tempo stesso, pretendiamo che l'Autorità di Vigilanza eserciti concretamente le sue prerogative, individuando e sanzionando tutti quei comportamenti che violano apertamente le direttive imposte dal decreto ministeriale e che rendono illegittima la gran parte dei bandi".
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