All'Imamoter del CNR i ricercatori guidati da Roberto Paoluzzi studiano applicazioni e soluzioni nnovative. E i risultati sono davvero sorprendenti.
Verona, 14 marzo 2014. Ci sono macchine operatrici che avanzano affiancate da uno stormo di droni e condotte da operatori che indossano visori a realtà aumentata. Macchine che dialogano in tempo reale con un centro di controllo a migliaia di chilometri di distanza e che, grazie al riconoscimento biometrico, adattano le proprie performance all'operatore che le conduce. Sullo schermo del computer scorrono immagini di prototipi, test, e diagrammi. Ma non siamo sul set di un film di fantascienza o in qualche laboratorio militare segreto. Più semplicemente si tratta della campagna ferrarese, dove si trova la sede di Imamoter, l'istituto di ricerca del CNR dedicato alle macchine movimento terra e per l'agricoltura.
In attesa della 29ª edizione di Samoter, il Salone internazionale triennale dedicato alle macchine da movimento terra, da cantiere e per l’edilizia (www.samoter.com), a Veronafiere dall’8 all’11 maggio insieme ad Asphaltica, Salone delle soluzioni e tecnologie per produzioni stradali, sicurezza e infrastrutture (www.asphaltica.it), al direttore di Imamoter, l'ingegner Roberto Paoluzzi, abbiamo chiesto di raccontarci come saranno le macchine del futuro. Scoprendo che in molti casi il futuro è già arrivato o sarà tra noi davvero in tempi brevissimi.
«La macchina del futuro esteriormente non sarà molto diversa da quella attuale – racconta Paoluzzi mentre mostra un prototipo di ingranaggio realizzato con una stampante 3D – perché è frutto di una evoluzione funzionale che dura da oltre un secolo. Ma sotto la pelle, che magari sarà più accattivante come aspetto, sarà molto diversa: ma non uso il futuro, passo al presente perché quello di cui parlo è già realtà ora e deve solo essere trasferito alla fase industriale. Quindi, sta cambiando la comunicazione con l'operatore, l'efficienza energetica, la struttura stessa grazie all'uso di materiali nanostrutturati e autoriparanti. Siamo pronti ad avere macchine davvero policombustibile e ibride».